VIAGGI: Utrecht, Paesi Bassi

A conclusione del mio breve tour che ha coinvolto ben cinque articoli, voglio parlarvi di quella che è, per me, la città più bella che ho visto nei Paesi Bassi. Celebre in passato per la sua università, la Traiectum ad Renum – poi Ultraiectum – dei romani conserva ancora oggi molte vestigia della sua lunga storia.
Anche qui, cercherò di non elencare pedissequamente le attrazioni, ma di lasciare alcuni pensieri sparsi.

Canale.

La cosa che forse ho apprezzato di più è il fatto che il centro storico sia relativamente intonso. A Utrecht non mancano edifici moderni in vetro e acciaio, ma questi sono collocati intorno alla zona della stazione e non si mescolano all’architettura sei-settecentesca. Non ho niente contro l’edilizia contemporanea ben fatta, se posta nel giusto contesto. Pur essendo un monumento al business e allo shopping, infatti, l’area che include la stazione, i centri commerciali e il municipio è apprezzabile proprio perché è collocata in un suo contesto. Spingendosi verso sud, inoltre, potete trovare pure un mulino accanto a un canale e ai margini di un parco, che sembra un’immersione nel mondo agreste in piena città.

Ponendo le costruzioni recenti in appositi quartieri, il centro ne risulta meglio conservato e stilisticamente più uniforme, senza vie “a macchia di leopardo”, come tipico di varie metropoli. Come Amsterdam, anche Utrecht ha i suoi canali. Meno numerosi, ma comunque capaci di fornire tutta una serie di scorci da mettere su Instagram. I due più famosi si chiamano, pensate un po’, canale nuovo (Nieuwegracht) e canale vecchio (Oudegracht). Seguendoli, si può vedere buona parte del centro storico e anche alcune delle attrazioni principali. La più gettonata è la Dom Kerk, ovvero il duomo. Purtroppo la Domtoren, ovvero il suo campanile, era in fase di restauro (mi mancava trovare impalcature e coperture, mi stavo abituando bene). Si tratta della costruzione più alta della città e in passato ci sono state diatribe sul fatto che questo simbolo possa o meno essere superato in altezza da altri. Alla base c’erano pure un Domshop e un Domcafè nomi che, per qualche ragione, mi fanno ancora sorridere.

Chiostro.

Mi è piaciuto molto anche il fatto che, qua e là, facciano capolino edifici di particolare rilievo per antichità, stile o curiosità. Alcuni è facile identificarli, perché hanno bandiere sui pennoni o sono imponenti, altri li si può notare meglio con l’ausilio di una guida o una mappa. Anche questo ha contribuito a darmi l’idea di una città ben conservata che vale la pena visitare.
Dato che Utrecht si percorre molto bene a piedi, vi suggerisco di farvi coraggio e spingervi fino al Sonnenborgh, ex-fortino e oggi osservatorio astronomico. Si trova immerso in un’altra grande area verde e si affaccia su un canale/fossato che un tempo faceva parte delle opere di difesa cittadine: il suo andamento lascia ancora oggi intuire dove una volta si ergessero i bastioni. Si può ammirare una parte delle mura. Forse questo andamento a zigzag non è il massimo per la viabilità e la costruzione delle strade, ma è un bel retaggio storico.
Da qui, spingendosi verso est, si può raggiungere la Casa Rietveld Schröder, costruita nel 1924 in “stile neoplastico”. Sicuramente all’epoca fu un qualcosa di innovativo, ma annoverarla addirittura tra i Patrimoni UNESCO forse è un po’ eccessivo. Comunque, se avete il coraggio di giungere fin lì a piedi, attraverserete un quartiere residenziale che mi ha dato l’impressione di ospitare gente con un discreto benessere economico. Nelle vicinanze c’è pure un’altra area verde, Wilhelminapark, con tanto di laghetto.

Canale.

Partendo da Amsterdam in treno, ci vuole circa mezz’ora per arrivare qui e i mezzi sono frequenti. Il mio consiglio spassionato è di prendervi del tempo per farci una tappa, se avete abbastanza giorni a disposizione.
Termino di tediarvi con questa mia vacanza e vi lascio al consueto appuntamento con le letture!
Voi siete stati a Utrecht o in altre città dei Paesi Bassi?


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