di Clifford D. Simak
Eccoci al quarto libro leggero che ho acquistato a un mercatino. Si tratta di un romanzo pubblicato dalla rivista Urania e quindi di fantascienza. L’ho acquistato per via del dinosauro in copertina (e un po’ anche per il riassunto) e onestamente non mi aspettavo chissà che cosa. Lo ammetto, è difficile scrivere libri con i rettiloni mantenendo un certo livello narrativo, o anche solo una parvenza di serietà: spesso si scade nel ridicolo o semplicemente nel banale.
Simak (1904-1988) fa la mossa vincente di non prendersi mai troppo sul serio. Ci sono i dinosauri, è vero. Ci sono pure i viaggi nel tempo. Tuttavia, riesce a mantenersi in equilibrio tra una storia con sfumature comiche e una narrazione volta a non ridicolizzare quanto viene presentato, facendoci comunque provare empatia per i sentimenti e le difficoltà dei personaggi.
Se, da un lato, assistiamo all’evoluzione nel rapporto sentimentale tra i due protagonisti, dall’altro quasi subito lui se ne esce con “Non te l’ho detto? Ho un cane che viaggia nel tempo”. Successivamente la cosa viene spiegata più nel dettaglio, ma lì per lì si rimane spiazzati da una simile dichiarazione fatta con nonchalance.
Allo stesso modo, le difficoltà finanziare dei personaggi e i loro progetti per il futuro – raccontati in maniera seria e “tradizionale” – fanno il paio con un pazzoide che parla con i pettirossi e i mastodonti.
Per me questi elementi sono ben amalgamati e offrono un intrattenimento leggero che non “arricchisce” veramente come potrebbe farlo un testo più impegnativo e lessicalmente studiato, ma che lascia una sensazione di rilassatezza… pur entusiasmando comunque alle vicende di Asa, Rila e compagni. Ci viene presentato qualcosa di assurdo con sviluppi piuttosto azzardati e surreali, ma sappiamo che nulla è da intendersi con troppa serietà.
Non è assolutamente un capolavoro – e, leggendo un po’ sull’internet, per vari lettori non è neppure l’opera migliore di Simak – ma a me ha dato più o meno ciò che desideravo.
Una nota di merito va all’ambientazione. L’autore si serve spesso del Wisconsin – Stato che conosce bene – come sfondo per le sue avventure. Si vede che ha vissuto lì e che, suppongo, lo ama. Con le sue descrizioni della vita in una piccola realtà rurale è riuscito a incuriosirmi verso una zona degli USA generalmente poco considerata e conosciuta. Sia le descrizioni della foresta e dell’ambiente rustico, sia quelle delle persone che vivono nel piccolo paese e che costituiscono una realtà ristretta sempre in cerca di pettegolezzi, mi hanno immerso in contesto a me alieno. Non manca neppure un’osservazione che suona ironica delle debolezze dell’essere umano come singolo e come parte di una massa.
Poi, certo, ci sono come dicevo i viaggi nel tempo e i mondi “altri”, ma sempre con un piede nel presente e a Willow Bend. Anche le realtà passate che vengono esplorate risultano quasi credibili, sebbene non sappia quanto siano scientificamente accurate.
Non vi dico di andare a cercarlo, ma se vi capita di trovarlo, potreste considerarlo per qualche ora di relax.
sono sempre stato diffidente di questa collana ma ne stai recensendo tanti, forse potrei provare a leggerne uno
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Sono generalmente brevi, male che vada non ci avrai perso troppo tempo.
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L’avrei scelto anche io per i dinosauri in copertina! Bello però che è invece molto ancorato anche al presente.
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Sì, si parla delle finanze dei protagonisti, delle relazioni tra loro, della vita nel paesello, di come speculare, di beghe legali e paradisi fiscali.
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