di “Ellery Queen“
Questo è il primo dei libri di cui parlavo la volta scorsa: Il Giallo Mondadori. Pubblicato negli Stati Uniti nel 1969 con il titolo Kiss and Kill, è uscito dalla penna di Ellery Queen. Quest’ultimo fu lo pseudonimo utilizzato dai cugini Frederick Dannay (1905-1982) e Manfred Bennington Lee (1905-1971), e pure questi nomi in realtà non sono quelli veri degli autori… Tuttavia, il romanzo in questione non fu davvero scritto da loro, ma semplicemente approvato, e ad esso venne appioppato il celebre nome. Il vero autore è il molto meno noto Charles W. Runyon (1928-2015). Ma bando agli aneddoti editoriali, vediamo di cosa parla!
Una donna sparisce misteriosamente e il marito non riesce a darsi pace. Prevedibilmente, essendo uno standard dei gialli e noir, la polizia non dà il giusto peso all’accaduto, pensa a un tradimento e “ha cose più importanti da fare”. A Ed Tollman non resta che rivolgersi al detective privato Barney Burgess il quale accetta l’incarico pur con riluttanza.
Ben presto si scopre un gioco più grande del previsto, quando si capisce che la sparizione è collegata con una vacanza in Messico che la donna ha fatto qualche tempo prima e, soprattutto, quando altri turisti che erano con lei iniziano a morire e sparire.
Piuttosto breve e certamente scorrevole, il libro inizia come un giallo – o, se vogliamo, un noir – ed evolve successivamente in un vero e proprio thriller. La storia è abbastanza semplice e classica, pur con alcuni colpi di scena ben studiati. Non ci sono momenti di affaticamento nella lettura, ma si è invogliati a procedere speditamente per un altro po’ di pagine. Un perfetto romanzo per l’estate, di svago, ma buono per ogni periodo dell’anno.
Un altro elemento che ho apprezzato è stata la possibilità di “visitare” un periodo storico – una cinquantina di anni fa – in cui le cose erano abbastanza diverse rispetto a oggi: non c’erano telefoni cellulari, si usavano carte stradali al posto dei navigatori satellitari e il Messico era (ancora) più squallido. Non sono un fan degli anni ’60-’70 – anzi, li ritengo molto poco interessanti – ma è stato divertente leggere un romanzo scritto in quel periodo.
Non mi ha convinto molto il modo in cui ci si è serviti del personaggio del marito, Ed: dall’avere un ruolo importante al punto da analizzarne pensieri e sentimenti, viene progressivamente relegato fino a quando il suo “punto di vista” pressoché sparisce e viene liquidato in poche righe nelle ultime scene in cui compare. Capisco che il focus dovesse essere sul detective, ma forse si è un po’ esagerato nel mettere nell’ombra il suo “datore di lavoro”.
Mi hanno affascinato le atmosfere del Messico e il fatto che l’indagine si svolga su un’ampia fetta di territorio americano e fino a oltre la frontiera.
Un aspetto che mi ha sorpreso molto è l’abbondante presenza di avances esplicite, battute sulla sensualità di una protagonista e, in generale, un atteggiamento piuttosto easy nei confronti delle donne. Credo che oggi un libro con questi elementi non verrebbe mai pubblicato, oppure verrebbe pesantemente editato. Vero è che ad avere questi atteggiamenti sono due personaggi piuttosto machi e/o rudi (uno dei due è il detective), ma non sono sicuro di quanto il linguaggio e il comportamento siano caratteristiche loro peculiari o riflettano degli standard condivisi nella società dell’epoca. Da leggere quindi con le pinze se si è particolarmente sensibili sul tema.
Complessivamente, una lettura poco impegnativa ma piacevole, che si è rivelata come pensavo (e speravo) che fosse.
credo di avere letto alcuni libri di quella collana
semplici ma molto scorrevoli
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Sì, credo siano l’ideale per staccare un po’ in relax.
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infatti li leggevo mentre prendevo il sole in giardino xD
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I gialli di Ellery Queen sono leggerini… non dei capolavori. Carini anche gli sceneggiati tv
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Non avevo questa pretesa, tanto più che questo libro non è esattamente di “Ellery Queen”. Una lettura di defaticamento.
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Ci vogliono anche quelle!
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