LIBRI: Due saggi sulle mappe

Non so se voi rientrate tra quelle persone che quando vedono una mappa hanno la tendenza a studiarla nei dettagli e cercare di coglierne le informazioni più interessanti. Io rientro in questa categoria e ho deciso pertanto di leggere due saggi che hanno per tema centrale la cartografia. Quando uscirono, ormai alcuni anni fa, ricordo che li vedevo spesso sugli scaffali delle librerie, ma poi ho lasciato passare parecchio tempo. Ora ho rimediato! Potrebbero interessare anche a voi?


Sulle mappe. Il mondo come lo disegniamo
di Simon Garfield (2016, ed. Ponte alle Grazie)
Questo può definirsi il classico manuale introduttivo alla storia della cartografia, con alcune variazioni sul tema. Per chi mastica già un po’ l’argomento, inevitabilmente ritroverà “i soliti nomi”, sia di geografi e cartografi, che di mappe: da Tolomeo a Eratostene (che era proprio ganzo), da Ortelio a Waldseemuller, passando per opere quali le carte di Hereford o di Vinland. Va comunque benissimo per un rispolvero.

Il novizio, inoltre, non si troverà di fronte a un testo pedante, ma la trattazione è spedita e agevole. Qua e là fanno capolino delle curiosità o delle buffe vicende storiche che arricchiscono le narrazioni. Ho trovato solo due elementi che per me sono difetti. Innanzitutto, il recentismo: ben oltre la metà del libro riguarda l’epoca moderna, con il Novecento a fare capolino molto presto, il ché ovviamente non rende bene l’idea dell’importanza dei secoli passati in ambito cartografico; c’è però una tacita motivazione, ovvero ridurre la pesantezza dei discorsi sul vecchiume per affrontare anche temi recenti e che coinvolgono il lettore di oggi: Google Maps, ad esempio, ci ricorda che la cartografia non è solo roba da vecchi barbogi, mentre la mappatura del cervello umano ci fa riflettere sul fatto che tutto è mappabile, non solo dei territori. L’altro difetto è che il saggista è inglese e credo che l’opera sia pensata perlopiù per un pubblico britannico, dal momento che autori e carte britanniche sono preponderanti. Lo consiglio comunque come lettura divulgativa su un tema non amato da tutti.
(P.S. C’è una certa confusione tra carta, mappa e pianta – mentre la “piantina” in termini tecnici nemmeno esiste -, parole che l’uomo medio usa indifferentemente, ma che per uno del settore indicano cose ben precise: credo sia dovuto in parte al fatto che il testo originale è in inglese.)

La storia del mondo in dodici mappe
di Jerry Brotton (2013, ed. Feltrinelli)
Questo tomo mi ha richiesto abbastanza tempo, ma non perché sia noioso o mal scritto. Certamente ha uno stile meno informale e si preoccupa meno di venire incontro ai gusti di un lettore giovane e moderno, offrendoci però un’analisi dettagliata e appagante delle mappe trattate.
Da un lato, ci presenta dodici carte significative, dall’altro – inevitabilmente – finisce con il parlare anche di altre e del contesto in cui furono create. Non realizza una vera “storia del mondo”, come da titolo, ma ci fa fare un lungo cammino nel tempo: come nel libro precedente, da Tolomeo a Google. Tornano alcuni dei classici nomi: Bleau e – naturalmente – Mercatore, ma anche la famiglia Cassini, stranamente solo accennata nell’altro saggio. Non mancano proposte più originali e meno gettonate, come la mappa Kangnido, Diogo Ribeiro o Mackinder. Anche qui ci sono dell’eurocentrismo e del recentismo: solo 1/4 dei capitoli è in epoca pre-moderna e 1/3 è sul Novecento. Tuttavia, siamo in grado di immergerci nel contesto in cui le carte furono realizzate, di immaginare quei tempi e luoghi e di conoscere qualcosa della biografia dei loro autori. Importante è poi l’analisi di temi più “socio-filosofici”: cosa spinse a realizzare quelle rappresentazioni del globo? Quali fattori economici, politici, ideologici le finanziarono, influenzarono, se ne servirono?
Al netto dell’uso indiscriminato del termine “mappa” (che si riferisce solo a rappresentazioni in scala 1:5.000 o maggiori, quindi non certo ai planisferi), è una lettura piacevole per gli appassionati.

Non esiste una carta accurata del mondo e non ci sarà mai. Il paradosso è che non possiamo mai conoscere il mondo senza una mappa, ma non possiamo neanche rappresentarlo definitivamente con una mappa.

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3 risposte a LIBRI: Due saggi sulle mappe

  1. The Butcher ha detto:

    Dei due conosco l’opera di Jerry Brotton. Sicuramente un lavoro molto interessante per quanto riguarda le mappe e la loro evoluzione.

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  2. Austin Dove ha detto:

    il secondo libro ha una splendida copertina
    no, ma ho fatto un esame di cartografia geomorfologica quindi so interpretarle e studiarle

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  3. Baylee ha detto:

    Non ho letto nessuno dei due, però li avevo occhieggiati: non sono una fan delle mappe, ma mi sembrava uno di quegli argomenti interessanti di cui leggere qualcosa.

    Piace a 1 persona

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