di Leo Ortolani
Lo faccio molto raramente, ma oggi voglio parlarvi di una serie a fumetti da poco conclusa. Matana è l’ultima (per ora) fatica di Leo Ortolani, diventato celebre per Rat-man e che ci ha abituati a storie dalla comicità pungente e un tantino nonsense.
Non ho letto integralmente l’opera del fumettista, tutt’altro. In passato ho affrontato diversi volumi del suo personaggio più famoso, così come di Venerdì 12 o Il Signore dei Ratti. Non posso quindi definirmi un suo fan sfegatato, ma l’ho sempre trovato piuttosto divertente e adatto a un pubblico variegato. Quando ho scoperto che avrebbe realizzato una serie che parodizza/omaggia lo Spaghetti western, di cui sono appassionato, ho deciso che lo avrei ripreso in mano.
La storia è piuttosto semplice, come accadeva anche nei film di quel genere. Matana è il Rat-man di turno, il tizio un po’ scemo intorno a cui si coagula un’umanità variegata e un tantino surreale. Il suo nome richiama quello di Sartana, protagonista di diverse pellicole, ma non ne possiede in generale i tratti. Ad affiancarlo c’è Speranza – caricatura di Clint Eastwood – uno dei personaggi più articolati in quanto dotato di un passato misterioso; la classica figura dell’Uomo senza nome tipica dello Spaghetti western, Trilogia del dollaro innanzitutto. Abbiamo poi Djanga – che fa chiaramente il verso a Django – abile pistolera sia fuori che sotto alle coperte. Infine, Isaia, l’ex schiavo nero che è fonte di battute ripetute sul razzismo. Don Alejandro e El Muerto sono le figure che si oppongo al gruppetto di disperati/disagiati.
Sono una persona che ride molto raramente quando legge un libro o guarda un film, e in effetti credo che durante la lettura qualcosa di simile a una risata mi sia scappata solo una volta. Questo però non significa che le battute non siano divertenti, sebbene ricordi che alcuni volumi di Rat-man, per non parlare de Il Signore dei Ratti, mi avevano coinvolto molto di più. Alla fin fine, le gag più simpatiche sono probabilmente quelle incentrate su Isaia e il razzismo, perché parlano alla pancia del lettore. Quelle a sfondo sessuale, invece, a lungo andare possono risultare ripetitive. C’è da dire che Ortolani è fortunato che gli sia permesso scherzare su certi argomenti e in quel modo: toccare temi come il razzismo o l’identità sessuale ha stroncato più di un autore, anche se lo aveva fatto con le intenzioni migliori, perché non sempre la massa di chi legge coglie l’ironia nascosta.
Quanto al citazionismo, be’, stiamo a tutti gli effetti leggendo uno Spaghetti western, comico certo, ma perfettamente rientrante nel genere. Non ho colto, forse per mia disattenzione, riferimenti particolarmente sottili a opere filmiche che ho visto, tranne una generale somiglianza con alcune trame e ambientazioni. Lo stesso Ortolani riferisce di essersi fortemente ispirato a Il buono, il brutto e il cattivo e, oltre a Eastwood, altre caricature di celebri attori fanno la loro comparsa tra le pagine. Un plauso per la scelta dei titoli dei singoli volumi (o capitoli): Matana firma con una croce… la tua! avrebbe davvero potuto essere un film dell’epoca. Non so, però, quanto un lettore generico possa essere attirato da un’ambientazione simile, che gode oggi di molti meno fan che in passato, sebbene a sorreggere il tutto ci sia la classica comicità dell’autore.
Matana è una serie che si legge bene, rapidamente, forse troppo. Non ho amato il formato in sei minuscoli fascicoli, avrei decisamente preferito un volume unico – cosa che, conoscendo un po’ la Panini, immagino verrà realizzata in futuro. Non la reputo una serie imprescindibile perché, pur strappando qualche momento di divertimento, questo non è preponderante. Non credo possa definirsi l’apice di Ortolani, ma è sicuramente un esperimento azzardato e tutto sommato riuscito, adatto agli appassionati di western come me.
mai letto l’autore
non sopporto il suo stile di disegno
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Io ho deciso proprio di aspettare l’uscita in volume unico, per poterlo leggere tutto in una volta. Ammetto di non essere un fan sfegatato del western, ma lo sono di Ortolani per cui non me lo perderò assolutamente. Comunque condivido alcune tue perplessità sulla sua comicità, un paio di libri usciti recentemente mi hanno convinto solo in parte e non tutte le gag erano riuscite come si deve; Il Buio Colpisce Ancora, poi, secondo me è stato un vero passo falso.
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