LIBRI: Saga di Ragnarr

Ben ritrovati! Oggi voglio parlarvi di un’ennesima saga di origine islandese. Come le stesse introduzione e postfazione ricordano, si tratta di una delle più celebri tra i non appassionati, in quanto ha ispirato – tra gli altri – il film I vichinghi (1958) e la serie tv Vikings (2013).

Come spesso accade nelle saghe nordiche, la verità storica e le narrazioni di fantasia si mescolano, creando un testo in cui le due realtà hanno confini sfumati, spesso difficili da cogliere, lasciando un senso di dubbio nel lettore. Se, ad esempio, la presenza di creature mitologiche rientra nell’ambito della finzione, più difficile è capire quando un certo sovrano è esistito davvero e quali azioni abbia realmente compiuto. Se consideriamo le vite spericolate dei vichinghi e i loro viaggi tra i freddi mari del Nord Europa e le puntate sul Mediterraneo o lungo i fiumi francesi, si capisce come sia tanto più arduo farsi un’idea di cosa l’autore abbia inventato e cosa no. Per quanto riguarda la figura di Ragnarr, il traduttore del volume edito da Iperborea – Marcello Meli – si è trovato di fronte ai medesimi dubbi che colgono il lettore comune. Che sia esistito questo sovrano non c’è particolare ragione per dubitarne, tanto più che altri personaggi che lo affiancano hanno una storicità accertata. Cosa, però, ci sia di vero nelle sue imprese è più difficile riconoscerlo.

Al di là di queste considerazioni – che pure hanno suscitato in me una certa curiosità – la lettura è stata molto piacevole, complice forse il fatto che da troppo tempo non leggevo un po’ di materiale epico. Il testo è breve, come tipico delle saghe, ma ricco di azione. A Ragnarr si affiancano vari personaggi femminili: come in altri casi, si tratta di figure importanti e che rivelano una forte tempra, segno del fatto che potevano godere di una certa considerazione nella società dell’epoca. Qui, in particolare, a dominare la scena sono le mogli di Ragnarr, ma non manca una “cattiva” che ho apprezzato per la sua infamia, sebbene compaia per poco. Altri personaggi centrali sono i figli del re, a cui sono dedicati vari capitoli (tanto che il titolo “Saga di Ragnarr” è un po’ fuorviante): le loro scorrerie e manovre politiche in Inghilterra sono centrali per lo sviluppo della narrazione. In appendice al libro è inoltre presente l’Episodio dei figli di Ragnarr, un þáttr – ovvero una breve storia – che è in sostanza un’altra versione della saga, più succinta.

Uno degli elementi che spicca sono i giochi di potere in terra inglese. All’epoca i vichinghi razziavano e, non di rado, si stanziavano in vari luoghi. Qui, i figli di Ragnarr si oppongono a re Ella, sovrano britannico realmente esistito. Se alcuni di loro prediligono la forza bruta e gli sbarchi sulle coste, altri si servono di sotterfugi e regalie.
Altro tema, molto sentito in ambiente vichingo medievale, è quello dei legami di sangue, dell’onore familiare. La vendetta per un torto subito da un parente, infatti, era una pratica doverosa e legale.
Linguisticamente, l’opera è abbastanza semplice, come si addice a questo tipo di testi, ma presenta alcuni spezzoni poetici molto ricchi di kenningar, alcuni dei quali piuttosto elaborati.

Se volete conoscere un po’ il mondo nordico senza la patina che Hollywood le ha appiccicato sopra – risalire alla fonte di tali storie, insomma – questa saga potrebbe essere indicata per la brevità e la non eccessiva complessità: è fruibile anche da chi non conosca a fondo il contesto storico-culturale e non ci sono troppi personaggi, elemento che può confondere.


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3 risposte a LIBRI: Saga di Ragnarr

  1. Daniele Artioli ha detto:

    Preso un po’ dalla tua ispirazione qualche tempo fa ho comprato da una bancarella, Laxdaela Saga, anche quello della Iperborea; lo conosci? Come sempre ho fatto un acquisto di getto e non mi sono fermato a pensare se potesse essere un buon punto di partenza per approcciarsi all’epica nordica! Però sono molto curioso di gettarmi anche io in questo genere che anche leggendo i tuoi articoli mi affascina sempre molto.

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  2. Pingback: TOP10: Disabilità ed epica | Delirium Corner

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