LIBRI: Mahāvaṃsa

Questa volta vi porto nello Sri Lanka con un testo il cui titolo in lingua pali significa, letteralmente, “Grande cronaca“. Composto nello stile di un poema epico, riporta le vicende occorse sull’isola dal 543 a.C. al 302 d.C., soffermandosi sulle imprese dei re e la diffusione della religione buddhista. Il testo risale al V secolo e ne è stato anche compilato un seguito (chiamato Cūḷavaṃsa), che riporta i fatti successivi fino al dominio inglese nel 1815. Come si può sospettare, un testo del genere ha avuto una certa importanza sotto più punti di vista: letterario, religioso, storico e politico. Ma andiamo con ordine.

Scritto, come dicevo, in pali, è forse uno dei più importanti documenti in tale lingua, quasi certamente lo è se restiamo nell’ambito della poesia epica. Inoltre, da quello che ho leggiucchiato, non ci sono molti testi che riportino la storia di quell’area geografica in epoche così antiche, di conseguenza il Mahāvaṃsa ricopre un ruolo particolare e significativo. Inoltre, sebbene molti episodi narrati siano evidentemente frutto di fantasia, o leggendari, o comunque pesantemente alterati con l’inserimento di elementi mitici, non è tutto da scartare a livello archeo-storico.

Dopotutto, una cronaca così pedissequa, che elenca i nomi di ogni sovrano e la durata dei loro regni, deve avere un fondo di verità. Ricerche recenti hanno dimostrato la veridicità di vari passaggi del poema. Per quanto riguarda l’aspetto religioso, è centrale: spesso la qualità di un re viene misurata solo in funzione di quanto appoggia il buddhismo, fa elemosine ai monaci, costruisce stupa o segue il consiglio dei thera. Si narra dell’arrivo del buddhismo sull’isola e della sua successiva espansione, oltre che degli oppositori incontrati – demoniaci o umani che fossero.
Tutto ciò ci conduce all’aspetto politico che, ovviamente, viene influenzato dai precedenti. Il poema, infatti, veniva (viene?) utilizzato dal nazionalismo singalese come prova a sostegno del loro dominio sullo Sri Lanka, in particolare ai danni dei Tamil. Come a dire, “siamo qui da molto, abbiamo fatto questo e questo, quindi noi siamo lo Sri Lanka”. Fanno infatti risalire le loro origini al principe Vijaya, mandato in esilio sull’isola, e con cui si apre la narrazione del poema. Questo aspetto spinoso, però, non dovrebbe togliere al testo in sé la sua importanza come testimonianza.

Veniamo quindi al suddetto testo in sé. Gente, è noiosetto! Il problema, a mio avviso, è l’eccessivo focus sul buddhismo. Ma non su un buddhismo che potrebbe anche essere interessante, del tipo “quel tale personaggio ha sostenuto una dura lotta per la liberazione dalle passioni, ha fatto tutte queste cose ascetiche e ha elaborato questa filosofia”, oppure “sono accadute queste guerre avvincenti contro gli induisti e ora vi narriamo le imprese degli eroi o le azioni militari”. No. Abbondano invece lunghi elenchi di luoghi di culto e templi edificati, materiali utilizzati, misure, località. Oppure sovrani che vanno in visita a tutta una serie di monaci e donano quantità di offerte rigorosamente riportate. Manca, insomma, l’aspetto narrativo. I pochi episodi che si avvicinano a una “storia” sono anche interessanti, ma troppo brevi. Risulta difficile concentrarsi su specifici personaggi, perché ciascuno appare per poco tempo e, alla lunga, si tratta solo di una lista di nomi.
Ma, come al solito, non sono davvero pentito della mia lettura perché, da appassionato del genere, sono contento di aver messo le mani su un testo comunque importante e di essermi immerso per un po’ in una cultura così diversa.

Una nota, però, devo farla sull’edizione, in questo caso davvero senza appello. Si tratta, sostanzialmente, di un libro autopubblicato prendendo una traduzione storica del Mahāvaṃsa liberamente accessibile. Non ci sarebbe nulla di male (io stesso ho autopubblicato), e anzi è lodevole aver voluto offrire al pubblico una versione cartacea. Però si nota una totale mancanza di impegno, disinteresse verso la cura del prodotto finale: layout raffazzonato, refusi, assoluta assenza di note per spiegare alcuni termini o concetti… Avrei fatto di meglio io, e lo dico seriamente anche anche a costo di sembrare poco modesto. Chissà, a questo punto potrei davvero lanciare sul mercato qualche bel poema non in commercio.

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4 risposte a LIBRI: Mahāvaṃsa

  1. Sembra interessante, ma quella componente noiosetta scoraggia la lettura 🙂

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  2. Il verbo leggere ha detto:

    Sei appassionato di epica, conosci bene la materia e sei “allergico” ai refusi: dovresti davvero tentare l'”impresa” ;).

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