Sempre in tema di autori australiani, oggi vorrei parlare della mia esperienza con questo scrittore relativamente celebre, nato a Sydney nel 1975. Se mi concedete di fare l’hipster odioso, lo conoscevo prima che fosse famoso, almeno in Italia, dato che leggevo svariati libri provenienti da down under. Quando anni dopo è uscito il film ispirato alla sua opera più celebre, ha raggiunto una discreta notorietà anche qui. Voi avete fatto la sua conoscenza?
Io sono il messaggero (I Am the Messenger, 2002), pubblicato in precedenza in Italia come La quinta carta
In realtà ho letto questo libro per secondo, ma è più vecchio, quindi lo pongo prima. Teoricamente rientra nella narrativa young adult ma, come ho già avuto modo di dire, ritengo questa classificazione perlomeno dubbia. In questo caso, ad esempio, credo che sia un romanzo fruibile anche da un pubblico più stagionato (io l’ho letto dopo aver abbondantemente superato la soglia dei teens) e ritengo debba l’inserimento nella categoria al fatto che ha un protagonista giovane.
Cosa succede a questo protagonista? Che a un certo punto inizia a ricevere, senza apparente ragione, delle carte da gioco con sopra scritti indirizzi e date. Si reca sul posto all’ora prefissata e qui si ritrova di fronte a scene di vita più o meno normali e più o meno quotidiane di alcuni concittadini. Non di rado si tratta di situazioni problematiche o tristi o comunque che necessitano di una soluzione. E il ragazzo inizia a sospettare che tocchi proprio a lui dare una mano alle persone di cui ha “spiato” la vita su suggerimento delle carte.
La prosa è scorrevole, come ci si potrebbe aspettare, ma non troppo banale o sempliciona. Certamente si fa ampio ricorso a un linguaggio colloquiale e spesso volgare – nell’intento, presumo, di renderlo affine a quello giovanile – cosa che a me non fa impazzire. La trama è intrigante e le prove di fronte a cui si trova il protagonista sono abbastanza differenziate da rendere ogni “caso” interessante. A poco a poco, si finisce con il sentirsi coinvolti dalle difficoltà che il ragazzo e i comprimari devono superare. Mi piace pensare che, nell’illustrare le vite delle persone, l’autore abbia voluto mostrare uno spaccato delle problematiche che caratterizzano la sua società (ma anche la nostra e tante altre): povertà, solitudine, depressione, eccetera. Il finale mi ha convinto davvero poco ma, nonostante questa sia una pecca abbastanza grave per chi affronti una storia, promuovo comunque il libro perché il “percorso” è stato meritevole, anche se la “meta” non proprio soddisfacente.
Storia di una ladra di libri (The Book Thief, 2005), pubblicato in precedenza in Italia come La bambina che salvava i libri
Anche qui abbiamo una protagonista molto giovane, ma il contesto è completamente diverso. Nella Germania nazista, una ragazzina viene affidata alle cure degli zii e conosce gli orrori della guerra. Il titolo del romanzo è dovuto al fatto che spesso la giovane si ritrova a procacciarsi libri nei contesti più disparati: recupera quello che il becchino ha perso al funerale del fratello, salva alcune opere durante un rogo organizzato da militanti nazisti, ruba dei testi dalla casa del sindaco… Si tratta di un romanzo sulla vita quotidiana durante il secondo conflitto mondiale, c’è poco altro da dire: fame, morte, paura, pregiudizio, desiderio di evasione tramite la lettura… Le brutture della guerra ci sono tutte.
A me è piaciuto, sia nei suoi momenti di tensione che in quelli più tragici e commoventi. Il rischio, con questo tipo di opere, è di scadere nel lirismo affettato, ma penso che Zusak abbia superato la prova proponendoci un testo che si legge speditamente riuscendo a farci soffermare sui punti e i concetti salienti. Credo che si tratti di un romanzo più “maturo” rispetto al precedente, sia per il tema sia per lo stile dell’autore, che o è evoluto negli anni o ha saputo adattarsi bene al contesto di cui narrava. Mi è piaciuta anche l’idea di narrare in prima persona ma facendo sì che, per buona parte della storia, ci si scordi della cosa.
Per chi guarda solo le figure, anche il film non è male.
Pareri in merito?
Storia di una ladra di libri è un romanzo a cui sono molto affezionato e probabilmente è il suo libro più famoso. Una storia bellissima e commovente narrata da un personaggio inaspettato e che rende il tuo più affascinante.
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Concordo con The Butcher. Il problema è che, un po’ di anni fa, ho letto “Il messaggero” credendo che fosse un’opera successiva a “Storia di una ladra di libri”: ne ero rimasta terribilmente delusa.
Osservando i due testi nella giusta “prospettiva cronologica” si nota una notevole “evoluzione letteraria”.
Ci si vede al prossimo giro di letture!
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Sì, sono anche due libri molto diversi per genere, ma chiaramente il secondo è più complesso stilisticamente e contenutisticamente.
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“Storia di una ladra di libri” l’ho letto all’epoca della sua uscita, bellissimo su tutti i fronti, trama, personaggi, scrittura. Amavo molto anche quelle istantanee scritte in grassetto, che avevano la capacità di cristallizzare un momento particolare in una foto/quadro fatto di parole.
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