Non so voi, ma da non brianzolo, quando penso alla Brianza penso sempre un po’ a una periferia di fabbriche e uffici, leggermente abbrutita ma resa spavalda dal suo PIL e conseguente benessere. Certo, ci sono i parchi, ci sono i monumenti, ma non riesco a togliermi una vaga idea di asettico e leggermente straniante. Be’, nonostante tutto ho deciso di passare un fine settimana da quelle parti, ed ecco cosa ne ho ricavato!

Crespi d’Adda (Bergamo) è stata la prima meta. Frazione di Capriate San Gervasio, è oggi Patrimonio UNESCO in quanto esempio di villaggio operaio perfettamente conservato. La cosa mi incuriosiva e devo dire che sono stato contento di aver fatto una visita a questa testimonianza insolita della storia del Paese.
Il villaggio industriale fu pensato per essere una realtà sostanzialmente auto-sufficiente, in cui gli operai potessero vivere, lavorare e al tempo stesso beneficiare di tutti i servizi necessari. Per questo motivo, oltre alle fabbriche e alle strutture adibite alla lavorazione tessile, troviamo la scuola, i negozi, la chiesa, l’ospedale, oltre a bagni pubblici e un cimitero monumentale. Non mancano numerosi altri edifici di interesse, che scoprirete passeggiando per le vie con un catalogo o accodandovi a un visita guidata. Se da un lato può sembrare straniante – oggi – una vita privata così strettamente legata a quella lavorativa, si aveva anche un senso di solidarietà e comunità.
Le case, ancora utilizzate, sono costruite sulla base del medesimo progetto e le strade si dispongono “a scacchiera”. I lavoratori di grado più elevato, come i capireparto, beneficiavano di abitazioni più grandi. Altre eccezioni sono, ad esempio, le dimore del medico e del parroco. Più discostata, poi, si trova la dimora padronale della famiglia Crespi, che aveva dato vita a questa realtà. Si percepisce, quindi, una certa gerarchia.
La frazione è piuttosto piccola e non vi ruberà molto tempo, ma credo meriti una visita se ci si trova in zona.

Monza è sita a soli 30 km, circondata da cittadine il cui nome termina in -ago o -ate. Si percepisce subito che ci si trova nei pressi di una metropoli (Milano) e che la stessa Monza non è un Comuncello da ridere. Il traffico è considerevole, la vita frenetica. Ho capito appieno di essere nel cuore pulsante dell’economia italiana quando ho scoperto che il mio albergo si trovava letteralmente sopra un ipermercato. Non è che sia così campagnolo da non aver mai visitato una metropoli (credo che dai miei reportage di viaggio si sia capito), ma per un istante ho percepito come ci si sente a essere un polentone che vive nella zona che mantiene mezza Italia con il suo PIL. L’economia deve girare, baby. Ma torniamo a Monza, che è meglio.
Consiglio, come tappa imperdibile, la Villa Reale. In realtà, anche se magnificente dall’esterno – bellissime le due facciate con, da una parte, un orologio e, dall’altra, una meridiana – l’interno lascia un po’ a desiderare. Questo perché la maggior parte dell’arredo e dei cimeli appartenuti ai Savoia furono traslocati altrove. Quindi le stanze sono piuttosto spoglie e si richiede uno sforzo di immaginazione al visitatore, coadiuvato dallo scarno mobilio rimasto. La visita, comunque, è stata interessante e la guida è riuscita a intrattenerci. Immancabile la foto seduti sul gabinetto appartenuto a Elena del Montenegro.
Adiacente è un’altra delle attrazioni principali della città: il Parco. Le sue dimensioni sono ragguardevoli: è il quarto parco recintato d’Europa per estensione. Volendo, ci si possono trascorrere ore e ore. Qua e là sorgono varie attrazioni, come il Roseto, cascine, ex-scuderie, ponti, il fiume Lambro, ville, fontane, ristoranti e chioschi e, ovviamente l’Autodromo.

Il centro, invece, è più “anonimo”. Non mancano mete di rilievo, che vi cito, ma nel complesso è meno memorabile del sistema Villa-Parco.
Innanzitutto, il Duomo. Come mio tipico, quando ci sono andato era in fase di restauro – che comunque mi risulta durare da anni. Quindi la facciata era coperta, ma l’interno è davvero meritevole. Inoltre – vero motivo che mi ha spinto a venire qui, oltre alla vicinanza a Consonno – conserva la Corona Ferrea, quella con cui venivano incoronati i re d’Italia fin dall’epoca longobarda. Custodita presso la Cappella di Teodolinda, si può ammirare solo su prenotazione. Sono riuscito a ottenere una visita a orario sufficientemente tardo da far slittare il mio rientro a casa di un tot e sono tornato che ormai stramazzavo al suolo. Correlato è il Museo e Tesoro e del Duomo, che ospita numerosi reperti tra cui copie della celebre corona.
Altre attrazioni sono il Ponte dei Leoni sul fiume Lambro, la Biblioteca Civica, i Musei Civici, varie chiese e, ovviamente, il Palazzo dell’Arengario. Piuttosto modesto, è comunque il simbolo della città e nel mio girovagare ci sono passato davanti una marea di volte ed è diventato il mio punto di riferimento.
A voi la parola! Ci siete stati? Opinioni?
Hai cambiato immagine profilo?
Ma il tuo hotel era una bettola? Perché non aveva un intero palazzo o palazzetto ma era sopra a un supermercato? 😂😂😂
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No, non ho cambiato niente, se è cambiato qualcosa, ha fatto da solo!
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forse ti leggo solo da pc e da mobile mostrava un’icona che di solito nn vedo; quella del fantasmino (?)
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È la mia icona abituale!
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io vedo da pc l’omino bianco con i pantaloncini marroni LOL
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Sì, è il mio avatar solito.
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Mo nn capisco 😝
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Comunque no, era un hotel normale.
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strano
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Io abito vicino Monza e ci vado molto spesso. Mi è sempre piaciuta tantissimo e ci sono un sacco di posti interessanti da visitare e bei posti per mangiare. E poi ci sono ben due Libraccio, che per me è una tappa fissa. A Crespi sono stato una volta e mi ha molto affascinato. Pensare che i padroni della fabbrica avevano addirittura offerto casa e scuola agli operai oggi è una cosa che si fa fatica a immaginare.
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