VIAGGI: Death Valley N.P., Stati Uniti

Osservando me e il mio amico, la relativamente giovane donna – forse credendoci una coppia gay – mi chiede: “State facendo questo viaggio negli U.S.A. per celebrare un qualche evento particolare?”
“Sì, le ferie” rispondo, con una serietà tale che per un attimo lei non sa se prenderla sul ridere o meno.
Siamo seduti all’ombra del porticato del Borax Museum, il caldo notevole ma non troppo opprimente. Un minuscolo “centro” composto da una serie di edifici in adobe e/o legno, il suddetto museo, un minimarket, l’ufficio postale… Questa è Furnace Creek, il luogo dove giusto l’anno scorso è stata rilevata la (probabile) temperatura più alta mai registrata al mondo: 54,4 °C.

Zabriskie Point.

Collocata nel bel mezzo del deserto del Mojave, la cittadina californiana possiede nondimeno due campi da golf con prati all’inglese e, in periferia, gli edifici distano tra loro diverse centinaia di metri, giusto per potersi muovere in auto ogni volta che si devono comprare due sciocchezze al centro commerciale. Il solito pugno in faccia al risparmio energetico e idrico, insomma.
L’attrazione principale è il museo/Visitor Center/negozio di souvenir. Qui viene illustrata la storia dell’estrazione del borace, attività economica principale della zona nell’Ottocento, su cui hanno girato almeno un western (Giuramento di sangue, alias 20 Mule Team). Il museo, con la sua esposizione a cielo aperto di carri, carretti e strumenti è stato probabilmente l’elemento antropico più western che abbia visto negli Stati Uniti, dato che quasi tutto è stato fagocitato dalla modernità.
Ad ogni modo, Furnace Creek è stata solo una tappa per mangiare qualche panino e procurarsi souvenir più o meno pacchiani. Una volta qui, eravamo già rabboniti dalla visita appena conclusasi al parco nazionale.
Sì, perché la Death Valley è – al momento – il deserto più deserto che abbia mai visto.
Le foto delle formazioni rocciose paiono quasi dipinti e le scanalature, il colore, le venature… danno l’idea di qualcosa di “artificiale” o “alieno”.

Le visite sono proibite in caso di temperature troppo elevate. Noi siamo stati fortunati, c’erano solo 44°C.

Certamente era caldo, ma uno spirito temprato e deciso a godersi questo spettacolo può superare senza problemi l’intralcio. Devo dire che, però, la mia ampia scorta di Dr Pepper mi aiutava il giusto, a quei livelli nulla è come un bel bicchiere di acqua fresca (old timer mood: ON).
Non c’è onestamente nulla da vedere tranne le pietre biancastre che vi propongo in queste foto. Animali neanche l’ombra – sebbene teoricamente ci siano -, piante qualcuna – secca e sparuta -, esseri umani un pochetto – turisti che cercano di scattare in fretta le foto per tornare all’aria condizionata dei bus. Quindi, anche se per me è stata un’esperienza estatico-catartica, non mi stupirei se qualcuno la considerasse una perdita di tempo e uno sforzo che non merita. Dopotutto, non tutti si sentono a contatto con la natura e il divino come me, quando il sole picchia rovente e la protezione solare più potente sembra utile quanto un coltellino svizzero contro un t-rex.
Però credo che, se viene suggerita da tanti tour operator e persone che ci sono state, forse non è una meta così malvagia, non credete?
Il luogo ha un suo fascino spettrale e majestic. Il film più noto per essere stato girato qui è probabilmente Zabriskie Point di Antonioni, che prende il nome dal punto panoramico che vi mostro nella prima foto. Tuttavia, molte sono le pellicole che hanno sfruttato la magnifica location.

Museo di Furnace Creek. Sui tavolini sotto al porticato abbiamo visto due ragazze spagnole piuttosto gnocche di cui il mio amico si è perdutamente innamorato.

Voi cosa ne pensate? Merita una visita? Amate i deserti quanto me?


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6 risposte a VIAGGI: Death Valley N.P., Stati Uniti

  1. Il Mal di Leggere ha detto:

    A livello molto (ma molto) teorico la troverei un’esperienza bellissima, spirituale persino per una miscredente come me. Più realisticamente non ci andrei nemmeno se mi pagassero, mi è venuta voglia di morire già soltanto a leggere “c’erano solo 44 °C.” Però dev’essere bello.

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  2. Monique Namie ha detto:

    Non amo i deserti in particolare, ma gli ambienti naturali in generale, quindi penso che apprezzerei. Se è un caldo asciutto dovrebbe essere sopportabile, no? Ricordo la differenza tra il caldo asciutto pugliese e l’afa soffocante della Pianura Padana. 39°C più l’umidità sono già qualcosa di estremo per me 😁

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  3. Baylee ha detto:

    Con 44°C potrei aggiungere il mio spettro al luogo spettrale… però son luoghi affascinanti se si ha il fisico che regge!😅

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  4. tanadeilibri ha detto:

    Sono luoghi decisamente affascinanti, ma avrei seriamente paura di sentirmi male…
    Almeno al giorno d’oggi abbiamo la possibilità di conoscerli attraverso foto e video, per stupirci e ammirare in piena comodità 🙂
    Manca ovviamente la vera sensazione di trovarsi in questi luoghi, ma meglio che niente.

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  5. wwayne ha detto:

    Amo i deserti… e amo ancora di più i tuoi post! 🙂

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