Bentornati! Per eventuali curiosi, lascio una breve recensione di alcuni libri che trattano la tematica del vecchio West. Come sempre, il parere è puramente personale, ma può costituire uno stimolo per la curiosità.
Verso Ovest. Storia e mitologia del Far West
di Bruno Cartosio, 2018, Feltrinelli
Questo libro offre uno spaccato particolare e più che un saggio di Storia propriamente detto, è un saggio di sociologia (spero di aver azzeccato la disciplina giusta). Viene infatti analizzato il mito del West, illustrando come vari media lo fecero conoscere al resto del mondo, ne tramandarono gli eventi, li storpiarono, li esaltarono. Si parla dei pittori che nel XIX secolo si recarono a Ovest per ritrarre capi indiani e paesaggi; del ruolo dei dime novels e della narrativa nel riportare e alterare le imprese di personaggi celebri; dell’aura di mito che si è creata attorno a fuorilegge e trapper; dell’importanza del Wild West Show nella creazione dell’immaginario collettivo legato alla frontiera; della comparsa del cinema e del suo impatto. Non è quindi del tutto adatto per chi volesse conoscere un po’ gli eventi occorsi nel XIX secolo, ma può essere utile per l’analisi di un “fenomeno” che è andato formandosi nel corso del tempo. La sua lettura non è stata sempre scorrevole, ma è una voce un po’ diversa dal solito nel panorama editoriale.
La guerra civile americana. Una nuova storia
di Bruce Levine, 2015, Einaudi
La guerra civile, come forse sapete, ha riguardato il West solo in minima parte. Tuttavia ho ritenuto, complice il suo legame con le vicende della frontiera nel XIX secolo, di dover inserire almeno un titolo su questo argomento. Questo di Levine è molto valido per la grande quantità di fonti che prende in considerazione e per la dettagliata analisi delle politiche attuate durante il periodo bellico, in particolare da parte di Lincoln. Difetta invece un po’ per quanto riguarda l’aspetto prettamente militare delle vicende, che ricevono uno spazio limitato. Scopo dell’autore è offrire uno spaccato più preciso e meno partigiano di quanto avvenne all’epoca, in particolare sulle cause del conflitto, la mentalità delle parti in causa, gli aspetti sociali che ne erano alle spalle. Si incentra sulla questione dello schiavismo, che ovviamente fu centrale e che è ampiamente analizzata. Trascura un po’ troppo, a mio avviso, le altre ragioni che spinsero alla guerra (come quelle economiche) e che non furono affatto secondarie, nonostante si tenda a vederla solo come una lotta per la libertà. Mi sento comunque di consigliarlo, perché si legge bene.
The Floor of Heaven: A True Tale of the Last Frontier and the Yukon Gold Rush
di Howard Blum, 2012, Broadway Books
Avevo scelto di leggere questo libro perché pensavo parlasse della frontiera canadese e perciò pensavo di inserirlo in quest’altro articolo. Invece ho scoperto che riguarda perlopiù l’Alaska e il West vero e proprio. Tuttavia non è affatto male quindi, anche se è in inglese, ve lo propongo.
Il libro è la biografia di tre personaggi del West, ciascuno di loro con una vita così intensa e ricca di eventi che davvero viene da chiedersi a quale monotonia, piattezza e banalità siamo arrivati noi contemporanei.
Charlie Siringo, ex-cowboy diventato detective per i Pinkerton che deve indagare – tra le altre cose – su un grosso furto di oro in una miniera di Juneau. Jeff “Soapy” Smith, truffatore, giocatore d’azzardo e boss della malavita che dopo l’esperienza in Colorado decide di ritentare a Skagway. George W. Carmack, marine disertore vissuto con gli indiani che sogna di fare soldi come cercatore d’oro.
Da un lato avere una sola biografia avrebbe reso più spedito e “focalizzato” il libro. Dall’altro, averne tre permette di avere il triplo delle informazioni e di trattare anche il momento in cui le tre vite si incrociano. Molto avvincente e scritto quasi come un romanzo, ma piuttosto corposo.
P.S. Bellissimo constatare ancora una volta la differenza di civiltà, legge e ordine tra il Canada e gli Stati Uniti, con questi ultimi che fanno sempre la figura dei barbari.
L’ultima battaglia dei Nez Perce. 1877
di Robert Forczyk, 2015, LEG
Agile librino nel formato tipico della casa editrice, ampiamente corredato di mappe e illustrazioni. La vicenda analizzata è la “guerra dei Nasi Forati”, ovvero il tentativo di alcuni Nez Perce di fuggire dalle riserve per non sottoporsi all’ignominioso trattato firmato poco prima con il governo americano. Nel corso della fuga, optarono infine per il varcare il confine canadese, mancando di pochissimo l’obiettivo. Il leader più famoso è Capo Giuseppe ma, come ribadisce più volte l’autore, in realtà non fu la vera guida militare degli indiani (anche se viene citato in quarta di copertina probabilmente perché è il nome più noto). Non viene analizzato molto il mistero per il quale i nativi decisero di sostare a poche miglia dal confine anziché proseguire. Invece, l’autore si sofferma sulle incapacità tattiche degli ufficiali americani e sulle distrazioni commesse dagli indiani. A un certo punto mi sono chiesto come se la sarebbe cavata lui al posto loro, dato che è così bravo a sottolineare gli errori altrui! La lettura è comunque scorrevole e tutto sommato piacevole. Ho notato tuttavia una presa di posizione piuttosto anti-indigena. Sono il primo a ritenere che ci voglia obiettività nell’analizzare i fatti, ma ho trovato troppo smaccato il continuo sottolineare le colpe indiane, da come li disprezza sembra che abbiano fatto un torto personale alla sua famiglia.
Quello di Bruce Levine e il libro di Robert Forczyk mi ispirano tantissimissimo!
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