Bentornati! Era da tempo che trascuravo di leggere un po’ di saggistica storica, così ho deciso di riprenderla e, negli ultimi mesi, mi sono dedicato (anche) a uno dei temi che più mi affascinano. Vi propongo qui alcuni libri in merito, nel caso vi capitino tra le mani… magari averne sentito parlare vi invoglierà a leggerli!
Le tribù indiane del sud-est e del sud-ovest
di Michael G. Johnson, 2015, LEG edizioni
Volume abbastanza corto ma ricco di illustrazioni che accompagnano piacevolmente la lettura. Come si può evincere dal titolo, viene mostrata la storia e – soprattutto – la cultura degli indiani americani che vivevano in due specifiche zone degli attuali Stati Uniti. L’ho trovato interessante perché, oltre a mostrare le caratteristiche che abitualmente si trovano in opere di questo tipo, si sofferma anche su particolari culturali meno trattati. Ad esempio, ci illustra i passatempi e le attività ludiche di questi popoli. Inoltre è un buon modo per conoscere meglio anche tribù – anzi, “nazioni” – non sempre al centro dell’attenzione e un po’ meno famose come, appunto, quelle del sud-est.
L’ultima cavalcata di Jesse James. Il raid su Northfield 1876
di Sean McLachlan, 2013, LEG edizioni
Anche in questo caso – nel formato tipico della casa editrice – il saggio è breve, ma corredato di un importante apparato iconografico. Questo ci permette di “vedere in faccia” i celebri protagonisti della storia del West, tanto spesso riportati nei film ma di cui non tutti conoscono le reali fattezze. L’analisi e la narrazione dei fatti sono scorrevoli e il libro si legge tutto d’un fiato. Certamente anche il tema, adrenalinico, contribuisce. Peccato che si soffermi solo, per l’appunto, sul raid su Northfield, perché considerando quanto l’esposizione è stata avvincente, sarebbe stato bello poter leggere allo stesso modo tutta la carriera criminale della banda James-Younger. I vari protagonisti vengono analizzati con scrupolo, facendoci notare come spesso il ruolo di Jesse James sia stato esageratamente gonfiato – pur essendo stato senza dubbio un tipo di un certo calibro (che orribile doppio senso…). Se siete interessati a questa specifica figura o ad avere uno spaccato di come si svolgevano le azioni criminali nel West, fa al caso vostro.
Apache. Una leggenda americana
di Stefano Di Marino, 2019, Odoya
Questa casa editrice ha il merito di pubblicare diversi libri sull’argomento, soddisfacendo il bisogno degli appassionati che spesso non trovano molto materiale in italiano. Come sempre, la narrazione è accompagnata da diverse immagini e fotografie. Si tratta di un buon approfondimento su una specifica nazione americana – una delle più famose certamente, infatti viene sottolineato come si sia ricavata un ruolo importante nell’immaginario collettivo. Ogni tanto ho trovato eccessiva la ripetizione di determinati concetti, mentre quello che veniva presentato come un elemento originale del saggio – il confronto tra guerriglia apache e terrorismo odierno – si limita a pochi elementi facilmente intuibili da chiunque. Il vero aspetto negativo però è l’impressionante quantità di refusi (incluse date sbagliate, tipo 1976 anziché 1876). Di per sé, però, è una monografia apprezzabile e senza dubbio aggiornata, che parte dal periodo antecedente all’arrivo degli europei per giungere a inizio Novecento.
Mondi perduti. Una storia dei nativi nordamericani, 1700-1910
di Aram Mattioli, 2019, Einaudi
Analisi molto valida delle vicende che hanno segnato l’incontro tra nativi americani e coloni europei. Per chi dovesse partire da zero, potrebbe essere un buon inizio, anche se non la classificherei come una lettura leggera. Probabilmente riconoscendo la grande difficoltà che si avrebbe a trattare tutta la storia in merito in un numero limitato di pagine, l’autore ha scelto di approfondire un tema diverso in ogni capitolo. Non troveremo quindi un’analisi di ogni tribù o di ogni lotta armata, ma avremo modo di farci un quadro generale basandoci su alcuni argomenti scelti. Diversamente da quanto fatto in un libro che ho letto in passato, l’autore non ritiene che quanto accaduto ai nativi sia definibile come “genocidio”, ma potete stare sicuri che non manca di evidenziare le crudeltà e le ingiustizie perpetrate ai loro danni.
A Dictionary of the Old West
di Peter Watts, 1977, Knopf
Segnalo questo libro datato e in inglese per il semplice fatto che è una vera curiosità e una chicca per gli appassionati. Il titolo dice molto chiaramente di cosa si tratta: sono tantissimi i lemmi, le espressioni, i termini gergali proposti dall’autore. Come riporta la copertina, si tratta di “the language of cattlemen, frontiersmen, scouts, cowboys, gamblers and other characters in the colorful period 1850-1900”. Si scoprirà così quanti termini esistessero per riferirsi agli strumenti tipici del mandriano, in primis la sella e il cavallo. Oppure i numerosi appellativi dati ai cuochi (spesso da campo) e al concetto di “partenza rapida e improvvisa”. Ci si stupirà per la quantità di erbe e piante presenti nella frontiera, ciascuna con un suo appellativo, spesso di origine messicana. Non mancano poi analisi più dettagliate su aspetti celebri del West nell’immaginario collettivo, come i marchi di armi più famose, o gli animali più importanti. Spesso il linguaggio dell’uomo di frontiera era colorito e con un tocco di humour: “Buffalo-tea” è una pozza d’acqua in cui precedentemente ha sguazzato un bisonte, “neck-tie party” un’impiccagione, “wear the bustle wrong” serve a indicare una donna incinta. Non mancano termini che enfatizzano il contrasto tra realtà e etimologia con ironia: “Oklahoma rain” è una tempesta di sabbia, “Arkansas toothpick” un coltello, “Spanish supper” l’atto di stringere la cintura su uno stomaco a digiuno. Lettura certamente lunga e impegnativa, ma piena di curiosità.
Per chi volesse conoscere altre letture a tema, vi lascio il link al mio tag “frontiera”.
da quando hai abbandonato il ciclo australiano?
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Se per “ciclo” intendi “saggi che parlano di”, ne ho già parlato una volta e mi pare sufficiente. 😅
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Se parli dei romanzi australiani, magari ne proporrò altri in futuro.
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