Oggi voglio postare un articolo riguardante librini che non credo possano realmente interessare (meno del solito, intendo). Lo faccio soprattutto per due motivi: completezza e aiutare me stesso a ricordare le mie impressioni di lettura. Si tratta delle opere scritte da L. Frank Baum, autore del mondo di Oz, che hanno un qualche collegamento con il luogo fantastico più celebre dell’autore. Oz, infatti, si colloca all’interno di un “universo condiviso” emerso più o meno studiatamente dalla penna del suo creatore.
The Magical Monarch of Mo (1899/1903)
Una delle prime opere dell’autore, che inizialmente l’aveva titolata in maniera diversa. Nel 1903, tuttavia, sfruttando la fama di The Wonderful Wizard of Oz, decise di usare un’accattivante allitterazione anche per il libro precedente. Il titolo completo è The Surprising Adventures of the Magical Monarch of Mo and His People. Ciò premesso, com’è la storia? A dirla tutta, è difficile parlare di una vera e propria trama, data la sua natura molto episodica. In ogni capitolo assistiamo a una differente vicenda e alle avventure di un nuovo personaggio, pur restando centrale la figura del monarca. Rispetto a Oz, qui il surreale è ancora più marcato. Pensate che all’inizio un drago stacca la testa al sovrano, il quale andrà in giro con teste di materiali diversi fino a quando non riuscirà a recuperare l’originale. La lettura è per un pubblico molto giovane, ma scorre bene anche da adulti.
Il legame con Oz: in La ragazza di pezza di Oz, compare l’Asino Saggio, giunto da Mo; in Lo Spaventapasseri di Oz, i personaggi viaggiano attraverso Mo; in varie mappe, quindi, essa viene posta a sud-ovest di Oz.
American Fairy Tales (1901)
Raccolta di racconti ambientati per lo più negli Stati Uniti (ma non tutti). Nonostante siano evidentemente per bambini, possiedono un’ironia che mi ha fatto sorridere più volte. Tra tutti i libri qui presentati, forse è quello più divertente. A volte ironizza sugli schemi stessi delle fiabe, ad esempio quando pone una morale al termine di ogni storiella e in una scrive:
Il mago pose il cane all’esterno della porta [per cacciare gli intrusi]. Suppongo sia ancora là, e ne sono piuttosto dispiaciuto, perché vorrei consultarlo circa la morale di questa storia.
In un altro racconto, scherza sugli aspetti surreali presenti in alcune storie:
[…] tre milioni novecentomila seicentoventiquattro dollari e sedici cent! E la donna dallo sguardo acido pagò la cifra in contanti e sul posto, il che dimostra che si tratta di una fiaba.
Non mancano anche frecciatine agli stereotipi:
[Il mandarino] si stabilì in una città del Midwest e ovviamente aprì una lavanderia, poiché sembra la vocazione naturale di ogni cinese, sia egli coolie o mandarino.
Data la sua brevità, consiglio questa lettura come svago, se masticate l’inglese. Ne esistono due versioni, una più recente (1908) con tre ulteriori racconti.
Il legame con Oz: molto vago; compaiono alcune creature che saranno poi riprese in altre opere, in particolare The Life and Adventures of Santa Claus.
Dot and Tot of Merryland (1901)
Questa è forse una delle storie più semplici di Baum. La trama è minima, i due bambini protagonisti non si trovano mai realmente di fronte a delle difficoltà, tutto scorre davanti a loro con naturalezza. Lo fa anche Merryland, l’ennesima terra fantastica pensata dall’autore. Nonostante ciò, non mi è dispiaciuta, anche se va presa come intrattenimento molto semplice e leggero. I due protagonisti sono inoltre sufficientemente caratterizzati e differenziati, sottolineando in particolare le diverse reazioni dovute al genere e all’età. Il finale presenta poi una punta di malinconia che reputo molto azzeccata.
Il legame con Oz: in La strada per Oz, due personaggi di Merryland vengono invitati alla festa di compleanno di Ozma. Questa terra viene posta a nord-ovest di Oz, benché questo sia un po’ strano, considerando come Dot and Tot vi arrivano. Ma è una fiaba!
Vita e avventure di Babbo Natale (The Life and Adventures of Santa Claus, 1902)
Di questo libro ho già parlato poco fa, ricopio paro paro dal vecchio articolo.
Immaginate la mia sorpresa quando mi sono trovato affascinato da questa storia. Mi aspettavo una storiella leggera e infantile – e l’ho trovata, non lo nego – ma la parte iniziale mi ha colpito per la sua poesia e per la capacità di illustrare la Foresta di Burzee e i suoi abitanti. A tratti mi è parso di avere di fronte un altro scrittore, dai toni più malinconici e delicati. Il titolo del libro è veritiero: ci viene narrata la vita di Babbo Natale da quando è neonato fino alla vecchiaia, una scelta piuttosto inconsueta e che ho apprezzato molto – e infatti prediligo i primi capitoli. Pur reinventando parecchio la storia e il mito del personaggio, il risultato finale è apprezzabile. Anche i personaggi secondari sono carini. Per forza di cose, è particolarmente fiabesco.
Si incamminò coraggiosamente per andare incontro al suo destino – il destino della razza degli uomini – i travagli e il lavoro.
Ok, Baum, qui mi hai fatto un po’ male.
Ne esistono anche edizioni italiane: mi vengono in mente Mattioli 1885 del 2010 e Garzanti del 2016). Baum, inoltre, scrisse anche un racconto con lo stesso personaggio, A Kidnapped Santa Claus (1904).
Il legame con Oz: Santa Claus è ospite di Ozma per il suo compleanno in La strada per Oz. Uno dei personaggi compare spesso nella serie di Oz, sebbene con caratteristiche diverse da quelle inizialmente pensate per lui.
The Enchanted Island of Yew (1903)
Una fata desidera sperimentare qualcosa di nuovo nella sua lunga e monotona vita immortale, perciò decide di farsi trasformare in un ragazzo umano per un anno. Vestito da cavaliere, affronterà vari avversari e vivrà avventure. A fargli compagnia c’è il figlio di un barone che desidera provare dolore per evadere, a sua volta, dalla vita di tutto lusso e agio; un vero amante del sadomaso, che gioisce quando lo maltrattano o la sua vita è a rischio.
Questo è forse il mio preferito tra i vari libri di cui parlo oggi. Anche se non è il migliore sotto ogni aspetto, la sua verve comica è particolarmente forte e le scene nonsense sanno farsi apprezzare pur nel loro essere davvero surreali. Il dialogo tra il cavaliere e il re dei ladri è a dir poco assurdo, eppure l’ho trovato molto divertente.
L’ambientazione ha dei tratti medievaleggianti che, pur non essendo totalmente nuovi all’autore, raramente hanno caratterizzato così tanto uno dei mondi da lui creati.
P.S. Uno dei personaggi si chiama Merd.
Il legame con Oz: praticamente nessuno. In varie mappe successive, l’isola di Yew è stata posta accanto alle altre terre immaginarie, ma per il resto i suoi personaggi non interagiscono con esse. C’è da dire che la struttura dell’isola, divisa in quattro regni con al centro un quinto, ricorda quella di Oz.
La storia del mantello magico (Queen Zixi of Ix, 1905)
Ho divorato questo libro, anche se non è né meglio né peggio di altri. Tuttavia ha qualcosa di fiabesco e la sua struttura narrativa è tale che mi ha invogliato a procedere spedito. Forse sono le stesse caratteristiche che hanno fatto sì che l’opera venisse pubblicata in italiano (Donzelli, 2015). Io farò uso dei nomi originali inglesi, ma la traduzione mi sembra valida.
La regina Zixi in realtà è solo uno dei tanti personaggi che costellano il libro. I veri protagonisti, oserei dire, sono i fratelli Bud e Meg (Fluff), il primo dei quali si ritrova sovrano del regno di Noland per puro caso, mentre la seconda riceve in dono un mantello magico dalle fate. La trama è di per sé piuttosto semplice, mentre l’intreccio è più complesso e – pur restando a livello di storia per bambini – coinvolgente. Anche i personaggi mi sono parsi riusciti.
Il legame con Oz: i tre protagonisti visitano Ozma in La strada per Oz e i loro regni sono collocati ai suoi confini. Inoltre alcune delle creature che compaiono sono presenti in altri libri, come i due descritti precedentemente in questo articolo.
John Dough and the Cherub (1906)
Un uomo di pan di zenzero inizia a vivere, muoversi e parlare grazie a un elisir magico. Ok, questo bisogna prenderlo per buono, per strano che sia. Dagli Stati Uniti visiterà svariati luoghi fantastici, facendo amicizia con un bambino cresciuto in una incubatrice, il “Cherub” del titolo. Curiosamente, per tutto il libro non si specifica mai se tale bambino è maschio o femmina. Ho apprezzato alcuni aspetti del breve romanzo, altri meno. Alcuni luoghi visitati, ad esempio, lasciano un po’ a desiderare e trovo che il finale sia stato troppo affrettato. I personaggi, però, sono carini e non mancano alcuni momenti divertenti. Certo, mi chiedo come possa mantenersi fresco e sano un uomo di pan di zenzero… ma è una fiaba e poi c’è l’elisir nel mezzo.
Il legame con Oz: oltre ai soliti cameo in La strada per Oz, sottolineo l’utilizzo di alcuni espedienti narrativi utilizzati anche nella più celebre serie e qui presenti con lievi varianti. Inoltre una delle creature qui introdotte compare in Rinkitink a Oz, mentre Jack Snow – uno dei successivi “Royal Historians” di Oz, ne userà i personaggi in The Shaggy Man of Oz.
The Sea Fairies (1911)
Stanco di dedicarsi a Oz, Baum tentò di lanciare una nuova serie. Questo romanzo è il primo che vede per protagonisti la bambina Trot e il vecchio lupo di mare in pensione Cap’n Bill. L’inizio è pure accattivante, ma poi la storia si perde nel nulla dal momento che consiste perlopiù in un lungo elenco di meraviglie sottomarine che i due hanno modo di vedere. Manca una vera e propria trama, che viene tentata sul finale, ma che risulta troppo sbrigativamente conclusa, senza una reale minaccia o particolari approfondimenti. Forse è una delle poche opere di Baum che ho faticato a concludere, sebbene la brevità e semplicità di linguaggio abbiano aiutato.
Il legame con Oz: i due protagonisti compariranno nella serie di Oz a partire da Lo spaventapasseri di Oz, per poi diventare personaggi ricorrenti.
Sky Island (1912)
Questo è il secondo libro della progettata nuova serie. Mi è piaciuto decisamente più del primo, perché porta avanti una trama. I due protagonisti passano dagli abissi marini al cielo, visitando un luogo fantastico sopra le nuvole, una terra divisa in due parti: una di colore rosa e una di colore blu. Assurdo come sempre, ma piacevole e distensivo, oltre che connotato da una certa affinità di stile con Oz. Non mancano le stranezze un po’ grottesche – individui che vengono tagliati in due e le cui metà sono mescolate a creare nuove persone con doppia personalità – né la satira surreale – regine che devono essere più povere dei sudditi per legge. La serie tuttavia non ebbe il successo sperato dall’autore, che dovette tornare a quella più amata dal pubblico.
Il legame con Oz: oltre a quanto detto in merito a Sea Fairies, in questo romanzo compaiono anche due personaggi abituali della serie di Oz (tra i miei preferiti, oltretutto).
Qui concludo. Perdonate l’articolo molto a uso personale, tornerò presto con argomenti vagamente più di interesse generale.
Sono opere che dovrei effettivamente recuperare anche perché mi incuriosiscono parecchio. Grazie per le informazioni!
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Non so se li leggerò mai, ma ho apprezzato comunque questo excursus. Scoprire di più su autori e opere è sempre un piacere!
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Grazie per le parole incoraggianti!
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