LIBRI: Hume Nisbet e l’horror degli Antipodi

Non sono un grande fan degli articoli “a tema”, ma questo 31 ottobre ho voluto provare a stare al gioco e proporvi qualcosa di horror. Sennonché ho (parzialmente) fallito nel mio intento, come vedrete. Be’, a voler essere pignoli, ho fallito anche nel proporvi un autore semi-sconosciuto nel mondo e ignoto in Italia. Hume Nisbet (1849-1923) è stato uno scrittore scozzese che ha trascorso vari anni in Australia, evento che lo ha spinto ad ambientare diverse storie in quelle lontane colonie.

Nisbet 01

The Swampers: A Romance of the Westralian Goldfields (1897)
Sapendo che Nisbet si è dato spesso al racconto dell’orrore, e vedendo citato spesso questo romanzo, ho inopinatamente ritenuto che anch’esso appartenesse a tale genere. Invece no. Si accenna allo spiritismo, è vero, ma non si verificano eventi macabri o paranormali, né ci sono elementi che possano effettivamente collocare The Swampers tra gli horror.
Si narra la storia di un ladro di Sydney e di altri comprimari, illustrandoci il mondo delle colonie agli Antipodi. Traspare in maniera piuttosto smaccata il disprezzo dell’autore per la principale città del continente, mentre nei confronti di altre aree nutre sentimenti vagamente più positivi, ma sempre con una certa spocchia e disgusto.

Ad esempio, ironizza sul sistema legale australiano, e in particolare del New South Wales:

“Non vi aspetterete certamente che un giudice coloniale possa condannare un cittadino per aver semplicemente ucciso un cinese, no? Cioè, sarebbe un omicidio bello e buono!”

Oppure calca la mano sulla rozzezza degli abitanti:

“Ti ho parlato un po’ di tempo fa di quella legge da asini che è stata approvata circa lo sputare per strada?”
“E ti ho detto che non ci credo. […] È solo una battuta creata ad arte da qualche nemico. Sono stato a Sydney pochi mesi fa e puoi scommettere che nessuno ha osato fermarmi mentre sputavo dove e quando mi pareva.”

Vi ho proposto solo l’inizio della discussione, che si protrae per un tot su questo tenore spiritoso, narrando una storiella piuttosto lunga. Poco oltre, infatti, si precisa:

Persone che non avevano mai acquisito l’abitudine di sputare, appena letto l’annuncio [della nuova legge che lo vietava] furono prese da un’improvvisa paura che le riempì di una pletora di saliva, assieme al desiderio praticamente irresistibile di liberarsene proprio nella maniera che era stata proibita.

Finite le facezie, passo al mio parere. In certi momenti il libro mi è parso scritto da due autori diversi. Come è emozionante e con una trama accattivante in certi passaggi, così è lento ed eccessivamente descrittivo in altri. Alle scene davvero ben congegnate se ne alternano alcune che paiono fini a se stesse e non contribuiscono allo svolgimento della trama. Il tono generale è drammatico, ma non mancano spiritosaggini. Pur percependosi chiaramente una unità narrativa, il risultato complessivo presenta alcune stranezze. Lo reputo tutto sommato un libro carino, ma alcuni elementi lo inficiano, anche se in realtà neppure tanto: mi riferisco alle numerose coincidenze fortuite e al finale un po’ sbrigativo. Mi risulta piuttosto difficile dare una valutazione finale, anche se sono stato contento di averlo letto per lo spaccato che offre delle colonie di fine XIX secolo. Ho apprezzato la parte più avventurosa, nel deserto dell’Australia occidentale e nelle sue città minerarie.

All’esterno, la luna brillava tanto luminosa quanto la luce del sole in Inghilterra.

Nisbet 02

The Demon Spell (1894)
Questo brevissimo racconto, invece, è ambientato in Inghilterra, ma è innegabilmente horror. Il protagonista assiste, piuttosto scettico, a una seduta spiritica, ritrovandosi poi invischiato in qualcosa di molto più grande e pericoloso. Lettura molto rapida, piuttosto prevedibile negli sviluppi, ma comunque coinvolgente.

The Haunted Station (1894)
Racconto un po’ più lungo che si serve abilmente della storia e della geografia australiane per inserirvi elementi soprannaturali. Non posso dire che l’intreccio sia particolarmente elaborato o che assistiamo a grandi sorprese, ma la narrazione è intrigante e ho apprezzato come da vicende avventurose ma realistiche si passi a elementi quasi gotici.
Un evaso delle colonie penali vaga per il deserto fino a giungere a una “stazione” (una proprietà nell’outback) che, come dice il titolo, non è il miglior posto dove cercare riparo.

Non potevo lasciare la casa, ora che me ne ero impossessato, o, per meglio dire, ora che la casa si era impossessata di me.

The Vampire Maid (1900)
L’ultima storia che vi propongo è anch’essa molto corta, horror, e di ambientazione inglese. Un giovane, in cerca di isolamento e serenità, giunge a una pensione vicino a una brughiera. Qui conosce una giovane di cui, inspiegabilmente quanto rapidamente, si innamora. Non c’è nulla che non possa intuirsi già dal titolo ma, come per i racconti precedenti, risulta comunque una piacevole lettura.

Tutto sommato, reputo Nisbet un autore non eccelso, ma valido per delle letture non impegnative e un po’ diverse dagli standard per ambientazione.

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2 risposte a LIBRI: Hume Nisbet e l’horror degli Antipodi

  1. Austin Dove ha detto:

    ciao, buon halloween^^
    ths è il racconto che mi ha colpito maggiormente tra quelli che hai presentato 🙂
    mi piacerebbe leggerlo

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  2. librini ha detto:

    E’ vero, è vero! Prima una cosa non ti interessa, e appena te la vietano di vien voglia di farla, sputare incluso! Dio, questo è un genio!

    Piace a 1 persona

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