Buon Ferragosto! Eccoci all’ultimo, per ora, appuntamento con libri che ho scoperto nella blogosfera. Questa volta posso proprio dire “scoperto”, perché ammetto di non aver mai conosciuto prima l’autrice nota come “la madre della detective story americana”! Devo ringraziare Hana Hanabi di My Book – Manga – Tv Journal: parla un po’ di tutto, ma offre molti spunti su letteratura crime e anime.
Il caso Leavenworth (The Leavenworth Case, 1878)
Si tratta del primo libro pubblicato da Green (1846-1935) e ritengo che, in effetti, sia ancora leggermente grezzo. Lo stile di scrittura è un po’ troppo impersonale e asettico nell’esposizione degli eventi, perfino per una detective story. A questo fanno da contraltare alcune scene abbastanza melodrammatiche, tipiche della narrativa dell’epoca. Ritengo infine che sia troppo lungo e che si sarebbe potuto accorciare un po’ per facilitare la scorrevolezza. Non mancano però i pregi, innanzitutto la costruzione del caso, che è ineccepibile. Le dinamiche del fatto e l’identità del colpevole non sono immediatamente chiare, anche se lo svolgimento delle indagini sarebbe stato molto più semplice e rapido se solo le parti in causa si fossero decise a parlare di più e prima, anziché ostinarsi a centellinare le informazioni! Non è un’indagine eccessivamente complessa, ma riesce comunque a coinvolgere e ha alcune parti in cui il ritmo di lettura accelera per l’adrenalina. Il detective a capo delle indagini, Gryce, tornerà in altri lavori dell’autrice: in questo primo libro il suo modus operandi e le sue caratteristiche non sono ancora chiari. A coadiuvarlo troviamo un giovane avvocato – che funge da narratore e che perde la testa per ogni passera nei paraggi.
Non sembra così terribile accusare un uomo di un crimine. Ma una donna!
The Golden Slipper, and Other Problems for Violet Strange (1915)
Raccolta di nove racconti con la medesima protagonista. Del suo aspetto fisico sappiamo solo che è piuttosto carina e decisamente bassa. Della sua personalità, qualcosa in più: se mi perdonate i forestierismi, è piuttosto coquettish, con una certa naïveté. Questo, almeno in apparenza. Dietro alla facciata della ragazza di società, dedita a balli e ricevimenti, si nasconde un cervello fino di cui si serve per risolvere alcune delicate situazioni che richiedono acume e discrezione. Fino all’ultimo racconto non sappiamo il motivo per cui Violet debba fare da “detective” per un’agenzia privata – possiamo solo intuirlo – ma le storie proposte sono molto carine. Nelle sue indagini hanno un ruolo importante sia l’analisi dei dati e la raccolta di indizi, sia lo studio della psicologia delle persone interessate e il fare leva sulla loro emotività. Ho apprezzato anche la varietà di situazioni che l’autrice ci propone: furti, omicidi, sparizioni, cold cases, strane testimonianze. Credo inoltre che Violet sia una delle prime investigatrici della storia della letteratura, quindi è ancora più interessante immergersi in questo libro, e il personaggio è tutto sommato simpatico e riuscito. L’unica pecca è forse lo stile narrativo, che ho trovato anche in questo caso un po’ grezzo o, per meglio dire, non affine ai miei gusti in alcune scelte. In ogni caso, una lettura consigliata, anche per la scientificità nell’analisi delle scene del crimine, non così scontata all’epoca. I primi tre racconti sono stati pubblicati in italiano da Marsilio.
Un articolo molto interessante. Non ho letto niente della Green ma questo potrebbe essere un inizio.
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Buon Ferragosto anche a te! Grazie per segnalare questi libri (che non conosco)! Anche a me in estate piace leggere gialli…
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