FILM: 5 western di serie B che meritano

Per film di serie B intendo qui un prodotto a basso budget, senza un cast particolarmente famoso o con grandi nomi nella troupe. Può trattarsi anche di un film per la tv o direct-to-video. Insomma, una pellicola ritenuta non di primo piano.
Non è detto che film di questo tipo siano necessariamente brutti. Qui voglio segnalarvi qualche western rientrante nella categoria che a me è piaciuto.

B western 01Il ritorno di Joe Dakota
Joe Dakota, 1957, Stati Uniti, regia di Richard Bartlett
Questo film presenta non poche somiglianze con Giorno maledetto (di cui ho parlato qui) e mi sembra strano che nessuno lo abbia fatto notare finora, almeno non nelle fonti da me reperite.
Un uomo (Jock Mahoney) giunge in una piccola cittadina di frontiera alla ricerca di un suo vecchio amico, un anziano indiano che viveva ai bordi del paese. Gli viene detto che l’uomo se n’è andato da tempo, ma risulta ben presto chiaro che dietro c’è una storia più complessa.
Prodotto con pochi mezzi ma efficace nella resa. Il mistero che si cela dietro i volti incarogniti/spaventati/seccati degli abitanti non è poi tanto misterioso, ma il risultato finale è buono. Prodotto che ha come scopo principale quello di intrattenere e offrire al pubblico un po’ di azione, fa perfettamente centro. Durando solo 79 minuti, non si perde in fronzoli e può costituire un valido intrattenimento se si vuole riempire in qualche modo un’ora e mezza buca.

B western 02Assalto finale
A Time For Killing, 1967, Stati Uniti, regia di Phil Karlson e Roger Corman
Ambientato poco dopo la Guerra Civile (ma i personaggi ancora non sanno che il conflitto è terminato), si focalizza su un gruppo di prigionieri confederati che scappano e su uno di nordisti che li inseguono; nel mezzo, per non farci mancare un classico del genere, la donna dell’unionista presa in ostaggio dai sudisti.
Ingiustamente (per me) sottovalutato e poco apprezzato, credo debba questa reputazione alla scarsa logica delle vicende presentate e al suo essere di poche pretese. I mezzi utilizzati non sono di eccellenza e a volte quanto accade sembra un tantino surreale. Vero.
A me però ha fatto passare un’ora e mezza spensierata e con un tocco di adrenalina. Lo scontro tra le rovine è stato un altro grande cliché che ho apprezzato, così come l’immancabile arrivo degli indiani. Anche l’odio implacabile dei due ufficiali (George Hamilton e Glenn Ford) è portato a livelli tali di parossismo da essere azzeccato.
Curiosità: è il primo film in cui viene accreditato Harrison Ford.

B western 03Django il bastardo
Django il bastardo, 1969, Italia, regia di Sergio Garrone
Considerata la mole spropositata di produzioni di basso livello presente tra gli Spaghetti western, non potevo non inserirne uno. E cosa mettere di meglio di uno dei tanti film con un Django tarocco, cioè con un protagonista chiamato così solo per attirare gli spettatori ma che nulla ha a che fare con l’originale interpretato da Franco Nero?
C’è da dire che, nonostante le premesse, questo film non è stato neanche troppo disprezzato da pubblico e critica.
In pratica in un paese del West compare questo tizio sfuggente che pare essere lo stesso Django che faceva parte di un reparto sudista massacrato a tradimento dai nordisti durante la guerra. Dopo aver piazzato una croce con incisa la data di morte del suo proprietario ancora vivo, Django lo ammazza senza pietà.  La cosa va avanti per tutto il film, mentre gli ex-nordisti le provano tutte per sfuggire alla vendetta.
Quando dico “per tutto il film” intendo proprio questo, literally. Dovrebbe essere una pellicola dal tono enfatico, ma dopo un po’ viene da sorridere nel vedere lo ieratico Django che fissa immobile e implacabile i suoi rivali, una croce dopo l’altra. C’è perfino un tocco di mistero: il pistolero è realmente vivo o è un fantasma? Ci possono essere varie interpretazioni.
Guardatelo (ma anche no).

B western 04Barbarosa
Barbarosa, 1982, Stati Uniti, regia di Fred Schepisi
Forse il più complesso e particolare tra i film qui proposti. Un giovane dall’incerto futuro e un misterioso pistolero si ritrovano fianco a fianco: il secondo fa un po’ da mentore al primo e si fa accompagnare da lui nella sua missione di vendetta contro una famiglia di possidenti che lo ha mutilato delle orecchie. Il motivo? Aveva sposato la figlia del ranchero senza che lui acconsentisse.
Sebbene duri solo un’ora e mezza, è ricco di avvenimenti e di pathos. Vedere i due protagonisti braccati dalle famiglie che li vogliono morti è davvero motivo di tensione per lo spettatore. Anche sentire le loro nemesi gridare “Barbarosa!” in un misto di terrore e odio fa correre un brivido di soddisfazione lungo la schiena. (Teoricamente il nome corretto dovrebbe essere “Barbaroja”, essendogli stato appioppato da dei messicani per il colore della sua barba macchiata di sangue.)
Non privo di azione e sparatorie, ma capace di giocare sottilmente anche con i silenzi e le fughe nella natura deserta, è un prodotto piuttosto atipico nel panorama western, pur avendo un’idea di partenza abbastanza tradizionale.

B western 05Sentieri disperati
The Desperate Trail, 1994, Stati Uniti, regia di P. J. Pesce
Sam Elliott – visto più volte con lo Stetson – interpreta un severo, quasi spietato, sceriffo in cerca di giustizia/vendetta, il cui scopo è catturare la nuora dopo che questa ha ucciso il marito. La donna (Linda Fiorentino) è la vera protagonista del film: stanca delle violenze e delle angherie dell’uomo che ha sposato, giunge ad ucciderlo. Il denaro che le servirebbe per rifarsi una vita altrove, però, le viene rubato da un fuorilegge (Craig Sheffer). Parte al suo inseguimento, ma i due dovranno fare fronte comune contro lo sceriffo.
Filmetto senza troppe pretese, ma ricco di pathos e azione, calibrati al punto giusto: difficile annoiarsi in questa ora e mezza. Apprezzo molto Sam Elliott, soprattutto perché negli anni ’90 si è prestato tantissime volte a produzioni a basso costo di questo tipo. Sentieri disperati è per me particolarmente riuscito, probabilmente anche per le tensioni ben costruite tra il trio di personaggi principali.

Concludo così la mia rassegna di western divisi per sotto-genere!
(Qui potete vedere tutti i sotto-generi che ho trattato.)
Contenti? Non mi dispiacerebbe avere un vostro commento su questa serie di post o sui film di cui vi ho parlato.
Alla prossima!

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7 risposte a FILM: 5 western di serie B che meritano

  1. Fritz Gemini ha detto:

    A time for killing e’ un capolavoro, Roger Corman gli diede un tocco noir affascinante. Si molto sottovalutato. Quello di Garrone non l’ho mai visto. L’ultimo secondo me già’ dalla copertina mi sa più di interregionale più che Serie B.

    Piace a 1 persona

    • Aussie Mazz ha detto:

      Addirittura un capolavoro? 😁
      Probabilmente sull’ultimo hai ragione tu… Considerando quanti prodotti “scarsi” ho visto, citare la categoria con un post mi sembrava doveroso!
      Grazie per l’intervento, alla prossima.

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  2. Monique Namie ha detto:

    Ho seguito con piacere questa rassegna pur non essendo amante del genere western. Alcuni titoli (tipo “Django il bastardo” in quest’ultimo articolo) mi hanno anche abbastanza incuriosito e non escludo di dare loro una possibilità.

    Piace a 1 persona

  3. Pingback: DELIRI GENERICI E FILM: Presentazione di un’iniziativa inutile | Delirium Corner

  4. wwayne ha detto:

    Craig Sheffer ha recitato da protagonista in uno dei film più belli nella storia del cinema, In mezzo scorre il fiume: l’hai visto?

    "Mi piace"

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