di Edgar Allan Poe
Senza dubbio noto principalmente per i suoi racconti del terrore, Poe (1809-1849) ebbe anche modo di comporre alcuni versi interessanti e pregevoli. In essi si coglie una notevole forza evocativa, con immagini di una certa potenza, spesso permeate da un alone di vago, indefinito, quasi onirico. La poesia più famosa è forse Il corvo (1845), con il suo celebre, ridondante, inquietante “Nevermore“. In essa si colgono i tratti gotici che caratterizzano la sua produzione in prosa.
Meno noti, ma comunque apprezzati sono i due brevi poemi epici di cui vi parlo oggi. A differenza di altri che vi ho propinato, sono davvero corti e potreste provare ad affrontarli!
Tamerlano (Tamerlane, 1827)
Dell’opera esistono numerose versioni, che vanno dagli oltre 400 versi di quella iniziale ai 224 di un adattamento successivo. Benché rimaneggiata negli anni, fu composta in giovanissima età.
Riportando in maniera molto romanzata – l’autore stesso ammise di non sapere quasi nulla sul personaggio – eventi della vita del celebre condottiero delle steppe, Poe ci mostra il suo animo combattuto tra l’amore e la gloria. Potentissime sono le immagini iniziali, in cui il sovrano morente rievoca la propria infanzia trascorsa in una tenda sotto il cielo stellato, in balia delle forze della natura che però già gli annunciavano un futuro di potenza.
[…] il rosso baleno della luce, / dalle nuvole svettanti come stendardi, / rivelava al mio occhio socchiuso / la magnificenza del regale potere; / e come una tromba l’alto rombo del tuono / a me si volgeva con furia, contandomi / d’umane battaglie e d’eserciti, dove / la mia voce, la mia voce sovrastava.
Crescendo, il giovane condottiero conoscerà l’amore, un amore intenso e passionale, ma carico di tenerezza, che lo chiama verso una vita tranquilla dedita alla donna che lo ha conquistato. Il sussurro del potere, della gloria, delle terre, del trono, però, lo spingono verso un altro destino, il destino che evidentemente è già stato tracciato per lui, come si evince dai versi riportati. A quale prezzo Tamerlano sceglie di seguire la strada del condottiero, compiendo il suo più grande sacrificio! Sul letto di morte non mostra pentimento per la propria decisione, ma tanto rammarico per quello che avrebbe potuto essere e per la crudeltà di un fato che mette di fronte a sé Ambizione e Amore, costringendo a scegliere.
Al Aaraaf (Al Aaraaf, 1829)
Con 422 versi, è il poema più lungo composto da Poe e anche in questo caso è intriso di “orientalismo”, si potrebbe quasi parlare di un’aura romantica, genere letterario che Poe conosceva e apprezzava (ad esempio le opere di Byron, di cui oltretutto ammirava la figlia…). La tematica è cosmogonica e il titolo deriva dal luogo – citato nel Corano – in cui risiedono le anime di chi non ha vissuto né rettamente né malvagiamente e che, con il perdono di Dio, possono ottenere il Paradiso.
Il testo è forse un po’ troppo verboso e a volte anche difficilmente comprensibile per via delle sue allusioni. I personaggi sono personificazioni di qualità e sentimenti, mentre gli ambienti, come detto, sono intrisi di esotismo e riproducono un mondo immaginato ricco di fiori e circonfuso di luce. I riferimenti a luoghi e miti della classicità sono frequenti e, forse anche per il finale un po’ triste, tutto il poema mi è sembrato pervaso da una nota di malinconia.
Riporto un passo in cui lo spirito di Dio si rivolge a Nesace, personificazione della Bellezza, affinché trasmetta un messaggio agli altri mondi.
Sebbene in tali mondi d’un singolo sole / più opaca e più cupa scorra la sabbia del Tempo, / pur sempre tu vi risplenderai del mio fulgore, / tu che porti per l’alto cielo il mio segreto. / Lascia ora la tua dimora di cristallo, e vola, / col tuo seguito, per l’obliquo cielo lunare.
In italiano esistono varie edizioni che contengono queste opere, alcune delle quali anche piuttosto recenti.
Molto interessante! Purtroppo non ho ancora letto nulla di suo
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Questa volta mi trovi preparata: ho una predilezione per Poe! Grazie per questo bel pezzo dedicato ai poemi di Mr. Raven :).
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