VIAGGI: Blue Mountains N.P., Australia

Immagino sappiate tutti cosa è successo in Australia negli ultimi mesi: incendi di proporzioni mai viste hanno creato danni incalcolabili all’ecosistema e al Paese nel suo complesso.
Quando sono stato down under non immaginavo di certo che quanto stavo vedendo sarebbe diventato solo un ricordo, che i paesaggi sarebbero mutati drasticamente, che le foto che avevo scattato sarebbero diventate testimonianze di un passato che non c’è più.
Mi riferisco, in particolare, alle zone boschive che ho avuto il piacere di visitare: oggi vi porto al Blue Mountains National Park, a come era fino a pochi mesi fa e a come, si spera, potrà un giorno ritornare.

Sydney 02

Le Three Sisters e la foschia.

Il parco si trova nello Stato del New South Wales, non troppo lontano da Sydney: è generalmente una gita fuori porta consigliata per chi trascorra un po’ di tempo nella metropoli. Senza dubbio è un modo valido per immergersi nella natura pur non allontanandosi troppo dalla città, percorrendo per un paio d’ore la trafficata superstrada che conduce a questa catena di basse montagne. Pur essendo relativamente modeste per altitudine e asperità, queste ultime costituivano, tra fine Settecento e i primi dell’Ottocento, un ostacolo non da poco per pionieri e coloni.

Già a pochi metri dall’ingresso della biglietteria è possibile ammirare un paesaggio mozzafiato. L’elemento più celebre visibile dal cosiddetto Echo Point sono le “tre sorelle“, caratteristici pinnacoli di roccia che si stagliano sulla valle sottostante. Quest’ultima è (era) coperta di verde fin dove arriva la vista, mentre sullo sfondo si ergono le montagne, avvolte dalla foschia azzurrognola che dà il nome alla zona. Sono gli eucalipti a rilasciare una sostanza oleosa che crea la nebbiolina all’origine di questa sfumatura, quando viene colpita dai raggi solari.

Blue Mountains 01

Guardate tutte quelle belle piante! T_T

Naturalmente consiglio di non limitarsi a fare foto dall’alto, ma di incamminarsi lungo uno dei vari sentieri che permettono di addentrarsi nel fitto della vegetazione. … Mentre scrivo queste cose mi piange il cuore perché mi domando dentro cosa ci si potrà addentrare nei prossimi anni: ceneri?
Mi piace essere fiducioso e in realtà sono convinto che in un modo o nell’altro la natura risorgerà: forse non la stessa che abbiamo conosciuto, perché senza dubbio un impatto ci sarà, ma non resterà così per sempre.
Certo, l’uomo ha fretta e tutti vorremmo che ogni cosa tornasse come prima alla svelta (nel caso più gretto lo si vuole per pure ragioni economiche legate al turismo, ma comunque lo si vuole). La natura, però, ha i suoi tempi. Potranno volerci secoli, forse millenni, ma se non facciamo gli stronzi – perdonatemi l’espressione – e la lasciamo lavorare in pace, le meraviglie che abbiamo avuto in passato potranno averle di nuovo in un lontano futuro.

P.S. Per forza di cose su quali siano le reali entità dei danni posso avere solo un’idea molto parziale, ma se volete aggiornamenti più precisi sulla vita down under, consiglio il blog di Lucy the Wombat.

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