Bentornati! Tutti stanno giustamente parlando di JoJo Rabbit, Parasite, 1917 e compagnia, dato che gli Oscar sono ormai imminenti. Io, da hispter del c***o, vi parlo di questo filmetto (Dolittle) e dei libri da cui è tratto.
La storia del dottor Dolittle (The Story of Doctor Dolittle, 1920, di Hugh Lofting)
Pare che, mentre era soldato in trincea durante la prima guerra mondiale, Lofting (1886-1947) scrivesse lettere ai figli ma, per nascondere loro la vera durezza e pericolosità del conflitto, edulcorasse il tutto con storie fantastiche. Una volta a casa – dopo essere stato peraltro gravemente ferito – decise di riprendere quel materiale per ricavarne un libro per ragazzini. Nacque così La storia del Dottor Dolittle.
John Dolittle è un uomo semplice e bonario, grande esperto di medicina, piante e, soprattutto, animali. Possiede infatti la capacità di parlare con loro (ma non di natura, solo con studio e impegno) e di conseguenza le sue cure sono spesso richieste sia dagli allevatori sia dalle bestie stesse.
Lofting sceglie di non limitare a questa bizzarria e a qualche scena divertente le sue storie, ma di spedire il dottore in giro per il mondo a vivere mirabolanti avventure. In questo primo capitolo della fortunata saga letteraria (15 libri tra romanzi e altri formati) lui e alcuni dei suoi amici animali si dirigono in Africa. Qui non mancano scenette buffe ai danni degli stereotipati nativi, imprevisti da risolvere e perfino qualche momento di tensione.
A me il libro è piaciuto. A questo incisivo commento aggiungo giusto una precisazione. Si tratta di un libro per lettori molto giovani, quindi la trama è conseguentemente semplice, il pathos minimo, i personaggi non particolarmente sfaccettati. Non ha neppure quel tocco che ho trovato – restando in ambito di narrativa juvenile – nei libri di Oz, che a mio avviso ammiccano agli adulti. È un perfetto accompagnamento per un po’ di relax, si legge speditamente e scalda il cuore con la sua semplicità. Quasi una fiaba in forma di romanzo.
I viaggi del dottor Dolittle (The Voyages of Doctor Dolittle, 1922, di Hugh Lofting)
Questo è il secondo libro della serie, ma è ambientato diversi anni dopo il primo, tanto che molte opere successive si collocano cronologicamente tra queste due. Dovrebbe essere il romanzo da cui è tratto il film (motivo principale per cui l’ho letto), ma le differenze sono notevoli, come vedremo. Qui l’aspetto avventuroso è portato ai massimi livelli, nonostante una doverosa prima parte introduttiva ambientata nella natia Puddleby. Dolittle, il suo apprendista Tommy Stubbins, il cuoco africano e vari compagni animali si imbarcano in lunghi e perigliosi viaggi, durante i quali succede un po’ di tutto.
Molto più lungo del precedente, il libro vinse la Newbery Medal, prestigioso premio letterario americano per la narrativa per l’infanzia.
Quanto detto per il primo volume è valido anche per questo: spensieratezza, semplicità e una punta di ironia sono gli ingredienti. La storia è abbastanza episodica e si suddivide in sei parti, pur mantenendo un filo conduttore.
Le due edizioni di cui vi propongo la copertina contengono i primi due romanzi.
Dolittle
Dolittle, 2020, Stati Uniti, regia di Stephen Gaghan
Il film – che credo abbia attirato la gente nelle sale perlopiù per la presenza di Robert Downey Jr. nel ruolo del protagonista – sta ricevendo recensioni abbastanza negative. Onestamente io, che mi aspettavo poco, non l’ho trovato così malvagio e non comprendo del tutto le critiche che gli vengono riversate addosso. Credo ci si sia un po’ dimenticati che si tratta di un film rivolto sostanzialmente ai bambini. Non ne ho accompagnati personalmente al cinema, ma quelli presenti in sala mi pare si siano piuttosto divertiti. Anche a me ha strappato qualche sorriso, anche se l’umorismo è abbastanza semplicione. Purtroppo se ci si aspetta qualcosa che possa coinvolgere molto anche gli adulti è facile rimanere delusi. La trama è quasi banale e in sostanza la pellicola consta di un’ora e mezza di avventure rocambolesche, dopo un preambolo più pacato di una decina di minuti il cui prologo è stato anche un po’ triste… 😦
Passando all’inevitabile confronto con i libri, le differenze sono tantissime. In sostanza, le uniche somiglianze sono il saper parlare con gli animali, la presenza del dottore e dell’apprendista, alcuni dei personaggi animali e l’ambientazione vittoriana. Per il resto, RDJ non ha per nulla l’aspetto del Dolittle letterario e solo in minima parte il carattere; molti animali con un ruolo importante nel film, nei libri non compaiono (almeno non nei primi due), oppure sono differenti, come Chee-Chee che sulla carta non era un gorilla; le mete e gli obiettivi dei viaggi sono differenti; il passato di Dolittle non è tragico, anche se a onor del vero aveva altri problemi – come quelli economici – che nel film non ci sono. In pratica, dell’opera di Lofting rimane giusto l’aroma.
Quindi a me non dico che sia piaciuto, ma l’ho visto senza problemi e senza gridare allo schifo, ma se si hanno aspettative più alte o diverse non è difficile che possa deludere.
Stavo appunto cercando una recensione del genere, non avendo letto i libri. Sono andata a vederlo al cinema qualche settimana fa e certo, non mi ha lasciato chissà quale impressione ma ho passato un’ora e mezza serena con una pellicola leggera e divertente. Si capisce che è un film per bambini, anch’io non capisco le critiche esagerate.
Solo, visto il cast eccezionale, mi resta la curiosità di ascoltarlo con le voci originali…
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