Ho parlato in precedenza di alcuni contemporary western, per chi volesse sapere cosa sono e perché ve li propino. Oggi vi porgo una seconda tranche di quattro film, promettendo di non tediarvi più con questi (bensì con altri).
Gli spostati
The Misfits, 1961, Stati Uniti, regia di John Huston
Mi sento quasi di poter affermare che questo è uno dei film più famosi rientranti nel sotto-genere di cui sto parlando. Se non altro per il regista e il cast: Clark Gable, Marilyn Monroe (entrambi al loro ultimo film, avevano già seri problemi di dipendenza), Montgomery Clift, Thelma Ritter e Eli Wallach incarnano una serie di personaggi la cui relazione sentimentale varia da vedovo a single a divorziato. Ci sono tutti gli ingredienti per dare vita a delle storie d’amore – o anche solo di attrazione – con svariate gelosie di contorno.
Altro elemento fondante della pellicola sono i cavalli selvaggi, che il vecchio cowboy Langland (Gable) e il meccanico Guido (Wallach) vorrebbero catturare per rivenderli. Questo però si scontra con la volontà di Roslyn (Monroe), molto sensibile alla sofferenza degli animali. Interessi economici e sentimentali si mescolano, c’è chi si mostra più compassionevole (in particolare il giovane cowboy interpretato da Clift che, pur non provando interesse sessuale per Roslyn, è particolarmente gentile e comprensivo) e chi avido e privo di scrupoli (Guido).
Non può definirsi un film esattamente emozionante o che tiene sulle spine, ma devo dire che l’ho trovato capace di intrattenere ed emozionare servendosi quasi solo delle relazioni tra i personaggi. Personaggi che sono effettivamente dei “misfit”, dei disadattati, poco capaci di stare al mondo e rapportarsi con gli altri.
Milagro
The Milagro Beanfield War, 1988, Stati Uniti, regia di Robert Redford
Decisamente meno ricordato – anche se diretto da un attore di un certo calibro – Milagro è però un piacevole intrattenimento che oscilla tra la commedia e il dramma. Diciamo che presenta una realtà drammatica con toni leggeri.
Nel piccolo paesino che dà il titolo al film, le risorse idriche sono vitali e piuttosto scarse. Un ricco industriale (Richard Bradford) vuole costruire un resort nei paraggi, cosa che inevitabilmente farebbe convergere verso di sé tutta l’acqua, privandone i contadini ispanici. Attivisti (Sonia Braga) e giornalisti con una certa etica (Daniel Stern) possono ben poco contro un simile colosso, che oltretutto dà lavoro a diversi operai. Quando però Joe Mondragon si serve di una pompa del resort per innaffiare i propri fagioli, inizia un’escalation di violenza.
Di escalation si può proprio parlare, perché si arriva alle armi da fuoco, ad una caccia all’uomo e al formarsi di due fazioni armate, una guidata dal federale Montana (Christopher Walken) e una dalla gente del posto. Per me è stata una visione divertente che però permette di far riflettere su temi sempre attuali.
Cuore di tuono
Thunderheart, 1992, Stati Uniti, regia di Michael Apted
Quando degli omicidi sconvolgono una riserva indiana sioux, un agente dell’FBI con un’ascendenza parzialmente indigena (Val Kilmer) viene spedito sul posto per indagare sull’accaduto. Durante la propria missione scoprirà del marcio correlato ad una vicina miniera di uranio.
Le premesse sono senza dubbio intriganti, ma forse il film non è stato sviluppato con la giusta perizia e avrebbe potuto essere più coinvolgente. Non che sia un brutto prodotto, ma a tratti si sarebbe desiderata più suspense e magari più azione.
Chiaramente le lotte dei nativi contro i soprusi di governo e industriali fanno sempre leva sul pubblico, ma bisogna anche saper portare avanti il tema in maniera accattivante. Tutto sommato, però, si tratta di un prodotto carino su un argomento non eccessivamente trattato nel mondo del cinema.
Il film ha varie affinità con I segreti di Wind River (2017, Stati Uniti, regia di Taylor Sheridan, di cui ho parlato diffusamente sul blog L’ultimo spettacolo).
Non è un paese per vecchi
No Country for Old Men, 2007, Stati Uniti, regia di Joel & Ethan Coen
Questo è senza dubbio il più celebre e il meno western dei quattro film di cui vi parlo oggi. Vincitore dell’Oscar come miglior film, narra le vicissitudini di tre personaggi collegati tra loro da vincoli mortali. Il primo (interpretato da Josh Brolin) è un uomo che ha trovato per caso parecchi dollari e parecchia droga assistendo ad uno scambio finito male; il secondo (Javier Bardem) è un sicario incaricato di ucciderlo e recuperare il maltolto; il terzo (Tommy Lee Jones) è lo sceriffo che deve mettere le mani sulla medesima refurtiva.
Il Sud-Ovest degli Stati Uniti viene presentato come una terra ancora senza legge, o per meglio dire, che sta tornando ad un livello di barbarie che ne fa un “paese non più per vecchi”, come commenta amaramente il vecchio sceriffo; la violenza e una mancanza di scrupoli e morale lo stanno trasformando.
Validissima la sceneggiatura dei fratelli Coen e altrettanto ottime le interpretazioni degli attori, con un Bardem memorabile per la figura psicotica che incarna, un vero assassino
con più di un problema mentale al suo attivo.
Per l’elenco complessivo dei sotto-generi western che sto trattando. —> Qui.
Consigli veramente ottimi. Mi ricordo di quanto rimasi sorpreso la prima volta che vidi Non è un paese per vecchi. Un film stupendo scritto e diretto in modo magistrale.
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Vogliamo parlare della scena della moneta e dell’ignaro tipo al bancone? 😁
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Pingback: DELIRI GENERICI E FILM: Presentazione di un’iniziativa inutile | Delirium Corner
La tua conoscenza di questo genere è davvero impressionante!
Mi segno i primi tre che non ho visto e su No Country for Old Men che dire… è un capolavoro allucinante (ne ho pure scritto sul blog), i Coen si sono superati! Bellissimo anche il libro da cui è tratto di Cormac McCarthy!
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Il libro non l’ho letto, ma mi attirava!
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Te lo consiglio, come gli altri di McCarthy che ho letto e che mi sono piaciuti molto: Child of God, All the Pretty Horses, The Crossing e Cities of the Plain!
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