Il piccolo paese (5.000 abitanti) di cui vi parlo oggi è in genere utilizzato come base da chi visita il Cile per recarsi in alcune zone particolarmente sceniche del deserto di Atacama.

Una strada di San Pedro de Atacama di sera. Non è neppure tra quelle più poveracce.
Ha un’aria molto latino-americana, diciamo che rispecchia un po’ gli stereotipi che si hanno di quella zona del pianeta. Le case sono in adobe, fango e/o paglia (almeno quelle del centro storico), abbondano i negozi di artigianato e la popolazione è in buona parte indigena; trasuda anche un po’ povertà, a dirla tutta, ma immagino faccia parte del contesto.
Hanno un cavolo di problema di cani randagi; ma serio.
La cucina cilena è, almeno per me, più che accettabile, dato che offre una discreta varietà di pietanze. Qui nell’interno del Paese consiglio di buttarsi più su carne e verdure che pesce. In particolare, la cipolla locale è abbastanza gustosa – è piaciuta anche a me che non ne vado matto – e pure il mais andino ha un suo perché. Per chi come me ama mangiare carni difficili da reperire in Italia, il guanaco in salsa di calafate è d’obbligo.
Come al solito ho voluto fare l’edgy alimentare e ho provato la pizza al cuore di palma (“palmito”); faceva giustamente schifo; oltre alla palma che non mi piaceva – ma qui si tratta di gusti personali – la mozzarella era un ammasso filante e pesante abbastanza indegno; mi sono chiesto se non fosse stata ottenuta con latte di guanaco.
La zona è paesaggisticamente molto bella. Alcuni scenari mi hanno ricordato il Sud-Ovest degli USA e in generale apprezzo sempre i deserti, quindi è un pollice su. In ogni caso, c’è una buona varietà di ambienti e non mancano aree lacustri e temperature basse. Dopotutto, si possono superare i 4.000 metri di altitudine.

La Valle della Luna, con il suo aspetto un po’ extraterrestre.
Gli sbalzi termici sono notevoli tra un’area e l’altra, oltre che tra mattino e pomeriggio. Nel corso della giornata potrebbe essere necessario togliersi e mettersi tutta una serie di strati.
Piove raramente, ma se capita sappiate che ogni attrazione turistica viene chiusa. Non è necessario un temporale, spesso bastano dieci minuti di pioggia normalissima. Questo, naturalmente, crea non pochi disagi, soprattutto se si hanno pochi giorni a disposizione e si rischia di passarli tutti a bighellonare per San Pedro. Della decina di giorni di precipitazioni annue, ne ho beccati due… Ogni volta che un souvenir sponsorizzava “il luogo più arido sulla Terra” pensavo “Ridatemi i miei soldi, mentitori!”.

Il Salar de Atacama è un’immensa distesa di sale in cui si formano lagune che sono luogo di riproduzione e alimentazione di fenicotteri.
I paesini più vicini – e caratteristici – sono Socaire e Toconao. Ma, davvero, si tratta di pochissime case messe insieme, una chiesa e un paio di negozi. Sono senza dubbio folkloristici ed è possibile comprare dei souvenir locali, ma diciamo che il vero pregio sono i paesaggi, di cui vi ho proposto qualche foto in questo articolo.

Le lagune di Miscanti e Miñiques, situate sui 4.100 m di quota.
Ho sentito spesso parlare di questo posto perché il deserto dell’Atacama, proprio grazie all’altitudine e alle caratteristiche climatiche che hai descritto, è forse il migliore luogo sulla Terra dove creare osservatori per studiare l’universo (sono appassionata di astronomia). Bell’articolo! 🙂
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Sì, siamo passati vicino all’osservatorio più famoso, ma niente visita. 🙄
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Il faceva giustamente schifo mi ha ucciso. Sembra un bel posto da visitare, comunque.
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Sì, se è caldo e soleggiato è bellissimo, però richiede molta pazienza per gli sbalzi termici che dicevo. 😅
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