di Edward Page Mitchell
Questo autore è noto in ambito letterario per essere stato uno dei precursori della fantascienza moderna. Vissuto tra 1852 e 1927, scrisse i racconti di cui vi parlo tra 1874 e 1881. The Tachypomp and Other Stories sembra proprio un riassunto del genere sci-fi: teletrasporto, cyborg, viaggi nel tempo e varie altre tematiche tipiche sono qui presenti con un certo anticipo rispetto ad altri autori capisaldi della fantascienza. Oggi non ci sembrano argomenti così originali o interessanti, ma bisogna immaginare cosa significasse all’epoca, per un lettore, trovarsi di fronte a simili novità.
Alcune delle storie hanno un tono più divertente e scanzonato, come The Soul Spectroscope o The Man Without a Body, in cui i temi scientifici vengono analizzati in maniera paradossale e a tratti grottesca.
Una certa vena umoristica si ritrova anche in The Tachypomp, che dà il titolo al libro ed è probabilmente l’opera più importante di EPM. Tale humour traspare sia da uno dei personaggi principali – un po’ fuori di testa – sia dal linguaggio utilizzato. Pur essendo abbastanza intrisa di ragionamenti matematici, la storia si rivela carina e godibile.
Molto più tragico è invece The Senator’s Daughter, dove si affrontano anche tematiche di analisi sociale, politica ed etica, il tutto in un futuro immaginario e un po’ distopico. Temi di un certo rilievo traspaiono anche da The Ablest Man in the World, in cui si affrontano i dilemmi morali del potenziamento artificiale dell’essere umano.
Completano la raccolta The Clock that Went Backward (riuscite ad immaginare di cosa parli?) e The Crystal Man che, come si può intuire, anticipa il più noto racconto di H. G. Wells. Una cosa curiosa che ho notato è che spesso gli scienziati che compaiono sono di nazionalità tedesca, o comunque di ascendenza germanica. Forse l’autore aveva molta fiducia (o paura, in certi casi, visto l’evolversi delle loro scoperte) nella mente scientifica teutonica?
Si tratta di racconti piuttosto brevi e la lettura di questo libro non richiederà più di qualche ora. Esiste anche un’edizione e-book in italiano, ma in ogni caso è facilmente reperibile in inglese. Lo consiglio caldamente per tutte queste ragioni: la velocità di lettura, l’importanza in ambito letterario e l’originalità delle vicende. Penso inoltre che sia “invecchiato bene”: pur trasparendo un certo sapore ottocentesco, la modernità dei temi trattati è ancora valida, così come non hanno perso smalto la comicità e il dramma cui ho accennato prima.
Sempre molto interessanti e originali gli spunti letterari del tuo blog. 😉
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