Happy Death Day 2U, Stati Uniti, 2019, regia di Christopher Landon
Eccoci al secondo appuntamento di questa settimana con i film che ho visto di recente! Anche in questo caso, ecco un prodotto non da un certain regard, ma che non potevo mancare di vedere. Si tratta del sequel di Auguri per la tua morte, che mi aveva piacevolmente colpito. Non credo sia fondamentale aver visto il primo film per capire questo – c’è perfino un riassunto all’inizio – ma senza dubbio è importante per apprezzarlo appieno.
Il tema è quello del rivivere più volte lo stesso giorno, che termina puntualmente con la propria morte. Stavolta, però, la questione è un po’ più complessa di così, come si evince già dal trailer.
Anche in questo caso siamo di fronte ad un mix di generi. Sostanzialmente è un horror che non si prende troppo sul serio, con varie deviazioni verso la commedia. Non mancano elementi del thriller e, questa volta, anche della fantascienza. Complessivamente questa mescolanza di aspetti non stona, come nel film precedente, ma ciascuno ha una sua ragione d’essere.
L’inizio del film, pur presentandosi fin da subito interessante e divertente, fatica forse un po’ ad ingranare. Viene messa molta – magari troppa – carne al fuoco, con il rischio di spaesare lo spettatore e appesantirne la visione. L’elemento sci-fi della pellicola serve a dare una giustificazione ai misteriosi eventi del primo di film come di questo (ma non aspettatevi chissà quale rigore scientifico), ed è apprezzabile che non si sia voluto lasciare tutto nel limbo del “prendilo per buono e inspiegabile”. Al tempo stesso, può rendere il tutto non immediatamente chiaro, anche se ci si è sforzati di semplificare al massimo le complessità tecniche.
Nonostante questa precisazione, il ritmo è tutto sommato buono e non ho avvertito stanchezza durante la visione, anche perché la sceneggiatura è stata capace di ammiccare al primo film e riproporne le problematiche senza scadere nella ridondanza. Si è infatti riusciti a diversificare le minacce quanto basta a creare una trama sufficientemente nuova. La spensieratezza dei dialoghi e il non prendersi troppo sul serio hanno contribuito a far filare tutto liscio.
Forse ho apprezzato meno questo sequel rispetto all’originale, ma devo riconoscergli una trama decisamente più complessa e tutto sommato una buona mise-en-scène. Tuttavia non sta avendo buoni incassi e si percepisce nel pubblico e nella critica una certa stanchezza. Il problema, ipotizzo, potrebbe essere che da Auguri per la tua morte non ci si aspettava nulla, se non un B-movie di livello appena più alto della media e con una protagonista turbo-gnocca, e si è stati sorpresi nel trovare un prodotto più riuscito, originale e ingegnoso del previsto. Per questo sequel, di conseguenza, le aspettative erano più alte e, benché non deluse, non sono magari state superate o lo sono state di poco. Ribadisco, però, che in fin dei conti a me è piaciuto, complice anche l’effetto nostalgia (sono andato a vederlo con lo stesso gruppo del primo film, il quale era stato il primo visto da noi quattro tutti insieme).