LIBRI: Epico ma brutto – Ezra Pound e Sri Aurobindo

Poemi brutti 05Sarebbe troppo comodo per me dirvi sempre “questo poema è bello”, “questo è fico”, “vale la pena leggerlo”. L’onestà impone di rivelare che *rullo di tamburi* esistono anche poemi epici brutti. Non l’avreste mai detto, vero?
Oggi intendo parlarvi di due opere di questo tipo che mi hanno lasciato profondamente insoddisfatto. Con la solita, doverosa premessa che si tratta solo del mio parere: sono praticamente certo che troverete sull’internet numerose opinioni contrarie alla mia.

I Cantos
(The Cantos, 1915-1962)
di Ezra Pound

E non come chi arraffa ed è avaro dei suoi beni,
poi saliremo fino alle Cataratte
και κελαδουντον αχουσαι
    φαντασια σοψωτερα μιμησεως
senza perdersi dalla paura,
    volendo che Sparta resti Sparta,
       rex Poemi brutti 01regnare

μη ενομιλoυντων
non un crogiuolo
e quando Atene impose tributi maggiori di quelli stabiliti da Aristide,
Coke, dopo che fu eletto al Parlamento,
La barca di Ra-Set viaggia col sole.
    «Per costruir luce
Poemi brutti 02jih

Poemi brutti 03hsin

 

disse Ocello.

Oh, ma quanto sei originale, a mettere parti in diverse lingue e ad accostare stralci a caso presi da giornali, diari, altri libri! Sei proprio trasgry! Dai, seriamente, parliamone. Ok, Pound è famoso. Ok, forse ha anche scritto opere belle, non lo so. Ma insomma, quando io leggo un poema desidero che questo mi narri una storia. O, se proprio non ci riesce, almeno che abbia un contenuto lineare, che inizi in un punto e termini in un altro, con quello che sta nel mezzo a fare da logico collegamento. Se invece si mette a disquisire di tutto, pretendendo anche di essere fico proprio perché cela opinioni dietro a frammenti di liste della spesa o telegrammi inseriti come versi, senza affrontare realmente nessun tema… be’, per me ha fallito. Non me ne vogliano i fan di Pound, ma proprio non riesco a giustificare la fama che quest’opera ha, se non per quanto sia smaccatamente e forzosamente un tentativo di essere originale. Credo che l’analisi politica e sociale si possa fare anche in maniera meno pretenziosa, con risultati migliori.

Savitri (Savitri: A Legend and a Symbol, 1950)
di Sri Aurobindo Ghose

A thinking puppet is the mind of life:
Its choice is the work of elemental strengths
That know not their own birth and end and cause
And glimpse not the immense intent they serve.
In this nether life of man drab-hued and dull,
Yet filled with poignant small ignoble things,
The conscious Doll is pushed a hundred ways
And feels the push but not the hands that drive.
For none can see the masked ironic troupe
To whom our figure-selves are marionettes,
Our deeds unwitting movements in their grasp,
Our passionate strife an entertainment’s scene.

Poemi brutti 04Nella versione narrataci nel Mahabaratha (il principale poema epico indiano), la storia di Savitri e Satyavan è quella di due giovani il cui amore riesce a vincere la morte. Ma dato che questa favola non è che una sorta di parabola di concetti più alti, il guru spirituale Aurobindo decise di riportarne una sua versione in cui tali temi venissero affrontati meglio. Prodotto nell’arco di cinquanta anni, il poema è un lunghissimo, pesantissimo mattone in cui – vi garantisco – non sono riuscito a capire cosa accadesse dall’inizio alla fine; non sono neppure sicuro che qualcosa sia davvero accaduto. L’opera è un susseguirsi di immagini, di sensazioni emotive e raggiungimenti spirituali, magari anche belli e poetici, ma che sembrano messi in sequenza senza che si arrivi da alcuna parte. Mi correggo: per i seguaci dello yoga e gli amanti della spiritualità indiana, la meta è – presumo – una qualche elevazione dello spirito, quindi non robetta. Ma da lettore in cerca solo di un testo narrativo, tutto ciò è un florilegio di tedio. Il grande vantaggio di questo poema – e che lo ha reso famoso tanto che alcuni stralci sono reperibili anche in italiano – è che la filosofia orientale fa breccia sia in oriente che in occidente (tant’è che l’autore ha pensato bene di scrivere l’opera in inglese); di conseguenza, il numero di suoi estimatori è notevole, complice anche la fama di Aurobindo nel suo “ambiente professionale”. Ma la noia! La noia, vi dico! Sto quasi male ancora adesso a ripensarci.

Voi cosa ne pensate? Se non proprio di questi poemi, delle mie considerazioni in merito? Sono perfettamente consapevole che la mia opinione su queste opere è minoritaria.

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5 risposte a LIBRI: Epico ma brutto – Ezra Pound e Sri Aurobindo

  1. Sara Provasi ha detto:

    Che duo! 😀
    Non conosco i poemi ma solo poco i due, e se li conosco poco è proprio perché non sono riuscita ad approfondire i loro stili, troppo caotico il primo e troppo inconcludente e ridondante il secondo (anche se un pezzetto di un suo libro, e il libretto La risata divina mi sono piaciuti)… interessanti comunque nel complesso e sicuramente innovatori di tutto rispetto, ma non sono riuscita a trovare utilità poetica dal primo né spirituale dal secondo, quindi sono passata ad altro 🙂

    Piace a 1 persona

  2. Celia ha detto:

    Fantastico.
    “Trasgry”, con relativi credits, se permetti la userò e la spaccerò in giro 😉

    Mai letto Pound (di Aurobindo non parlo, ‘ché non è cosa per me e poi mi sta pure antipatico). Certo un frammento non mi autorizza a darne un giudizio definitivo, ma mi vien da pensare che tutto sommato ho fatto la stessa cosa io alle superiori, e un tantino meglio.
    Voglio dire: il greco, chi non lo sa? (Beh, più o meno). Ma chi altri può aver avuto la genialissima idea di comporre una poesiola per metà in inglese, e per metà in lingua elfica (mo’ non mi ricordo manco quale. Forse era quenya, sì, dev’essere così)? 😀
    Incomprensione, figuraccia stratosferica (per carità, un senso ce l’aveva: ma neanche lontanamente paragonabile alla vincitrice).

    Piace a 2 people

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