LIBRI: Racconti di marinai di Joseph Conrad

Ho già avuto occasione di parlare di Conrad quando ho affrontato quello che per me è il suo capolavoro, Cuore di tenebra. La figura di questo autore mi affascina, soprattutto per il fatto che è diventato celebre per la sua narrativa in lingua inglese, benché quest’ultimo potesse considerarsi il suo terzo idioma (dopo polacco e francese), e perché le sue esperienze di vita a bordo delle navi lo rendono senza dubbio un narratore efficace di esperienze marinare. Oggi vi propongo due suoi racconti con protagonisti, appunto, dei marinai. Ringrazio Gurghi’s Letters per avermeli suggeriti.

Conrad 01Domani (To-morrow, 1902)

“Non ti preoccupare, mia cara”, disse un po’ ingegnosamente, “il mare non lo può trattenere. Lui non gli appartiene. Nessuno degli Hagberd è mai appartenuto al mare. Guarda me: io non sono annegato. E poi, lui non è affatto un marinaio, e se non è un marinaio deve per forza ritornare. Non c’è niente che gli impedisca di tornare…”.

Racconto piuttosto breve e, soprattutto, che si legge in maniera estremamente veloce, ci presenta un vecchio marinaio in pensione (che però non ha mai amato navigare e l’ha sempre fatto vicino alla costa) che, nonostante tutto faccia supporre che suo figlio sia scomparso in mare, continua ad attenderlo con insensata speranza. A fargli compagnia nelle lunghe giornate in uno sperduto paesino inglese – in cui si è trasferito perché, pare, il figlio una volta vi ha fatto una breve sosta – è una giovane di nome Bessie, che vive di fatto segregata occupandosi del padre cieco e dispotico. Due figure tristi, senza alcun dubbio, l’una perché totalmente e ingenuamente slegata dalla realtà e vittima di una convinzione illogica, l’altra perché fin troppo ancorata ad una realtà soffocante e priva di speranze. “Domani”, continua a ripetere ogni giorno il vecchio Hagberd, “domani” suo figlio tornerà di sicuro, bisogna solo attendere un giorno… e certamente il giovane vorrà stabilirsi lì con lui e sposare la cara Bessie. Ma, intanto, passano gli anni.
Non mi dilungo oltre, dato che tutto sommato l’opera consta di poche pagine e la mia recensione non può certo diventare ancora più lunga!, ma sappiate che il finale è, per me, di una tristezza notevole. Se inizialmente, infatti, si può anche guardare alla storia dal suo lato buffo e quasi comico, al termine della lettura la cruda realtà irrompe sul lettore senza risparmiargli l’evidenza che la vita è crudele e spietata, anche e forse soprattutto con chi non lo merita. E, in fondo, non facciamo un po’ tutti noi come il vecchio Hagberd? Forse non diciamo “domani”, diciamo “l’anno prossimo”, “in futuro”, “quando andrò in pensione”… ma non viviamo forse di speranze e sogni futuri, mentre la vita è proprio quell’obbrobrio che stiamo affrontando ora, cercando di ignorarlo?
Sì, però Domani è davvero bello: se non avete paura di intristirvi un po’, leggetelo.

Conrad 02Tifone (Typhoon, 1899-1902)

E guardò quella nave sbattuta e solitaria, che arrancava in una cornice selvaggia di montagne d’acqua nera illuminate dal baluginio di mondi lontani.

Più lungo del precedente, quasi un romanzo breve, è una vera e propria storia di mare. Il protagonista è un capitano esperto ma particolarmente apatico, almeno in apparenza, descritto con minuzia da Conrad nei suoi aspetti fisici e psicologici. Caratterizzato da strani atteggiamenti che lo fanno sembrare pazzo (per esempio, nel controllare l’affidabilità di una nave si sofferma solo su una serratura difettosa), totalmente incapace di cogliere i giochi di parole o l’umorismo, estremamente ligio al dovere, riesce a risultare simpatico pur con tutti i suoi difetti. A circondarlo c’è un’ampia schiera di personaggi, i componenti della sua ciurma. Incaricati di portare dei coolie cinesi su una nave siamese, si imbatteranno in quello che è il vero elemento principale del libro: il tifone. La brutalità della natura, il trovarsi in faccia alla morte, la furia degli elementi daranno modo di scavare a fondo nell’animo dei personaggi.
La storia è forse meno accattivante della precedente e a lungo andare può risultare un po’ pesante. Tuttavia le descrizioni della tempesta sono estremamente d’impatto e, sopra a tutto, spiccano certe immagini particolarmente raffinate e ricercate, capaci di evocare in maniera quasi tangibile ciò di cui parlano, e di farlo con una buona dose di poesia. Molto efficace e dettagliata è poi la caratterizzazione dei personaggi, cui Conrad – almeno nelle opere che ho letto – ha sempre dato un grande peso e in cui ha mostrato notevole maestria. Bellissime quindi le immagini del tifone, della lotta contro il mare che sembra travolgere tutto, ma migliore ancora, forse, la cura nel mostrare le emozioni umane e le reazioni di fronte ai pericoli.

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5 risposte a LIBRI: Racconti di marinai di Joseph Conrad

  1. redvalentines ha detto:

    Ciao! Ottimo articolo, mi hai fatto ricordare (con un leggero imbarazzo) che non ho ancora letto nulla di Conrad, ho sullo scaffale Cuore di tenebra ma non ho mai trovato l’ispirazione, non so perché. Ci devo provare almeno per vedere se è il mio genere. A presto 😉

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  2. benny ha detto:

    Sono già “salpata” più di una volta in compagnia di Conrad, ma non ho ancora seguito queste due rotte d’inchiostro: grazie mille per le dritte letterarie e per questo bel post “marinaresco”!

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  3. Acompassforbooks ha detto:

    Ho amato tanto cuore di tenebra e anche le due trasposizioni cinematografiche in particolare Apocalypse now. Ho letto Tifone qualche tempo fa ma non Domani, provvederò! Grazie per lo spunto!

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