LIBRI: Il canone di Sherlock Holmes – Parte 2

Prosegue la mia lettura delle opere su Sherlock Holmes scritte dal suo inventore, A. C. Doyle. Questa volta mi occupo del secondo volume di racconti di cui l’investigatore fu protagonista e di una serie di opere minori generalmente trascurate dalle raccolte “integrali” del canone.

Holmes 04Le memorie di Sherlock Holmes (The Memoirs of Sherlock Holmes, 1894)
Raccolta di undici racconti generalmente brevi, celebre soprattutto per la “morte” del protagonista nell’ultimo di questi.
Barbaglio d’Argento (Silver Blaze): il tema dell’indagine è un cavallo da corsa che dà il titolo alla storia e che è misteriosamente sparito; a complicare (e rendere più macabro) il caso è l’omicidio del suo allenatore. Quasi una passeggiata per Holmes, che riesce a ritrovare l’animale indirettamente, individuando il responsabile del rapimento.
La faccia gialla (The Adventure of the Yellow Face): vicenda interessante perché male interpretata da Holmes – che, come dicevo la volta scorsa, non è esente da errori, nonostante in seguito si sia radicata un’immagine di infallibilità – benché alla fine il mistero venga chiarito. Un po’ buffo il modo di risolvere le cose, stile “andiamo là e spacchiamo tutto, la verità verrà a galla”.
L’impiegato dell’agenzia di cambio (The Adventure of the Stockbroker’s Clerk): lo schema qui utilizzato è uno dei più frequenti: un cliente va a chiedere aiuto, espone il caso a puntino, Holmes dice il suo parere e assieme a Watson vanno poi a verificare di persona. Storia senza infamia e senza lode, ma che si legge bene e speditamente come sempre.
Il mistero della Gloria Scott (The Adventure of the Gloria Scott): caso interessante in quanto si tratta del primo di cui si è occupato Holmes, quando era ancora un giovane studente. La vicenda in sé è anche accattivante, ma la soluzione piuttosto semplice e congetturale, mentre la spiegazione vera e propria, dettagliata, giunge da sola.
Il cerimoniale dei Musgrave (The Adventure of the Musgrave Ritual): anche in questo caso si tratta di una delle prime indagini in cui fu coinvolto Holmes e mescola misteri del passato a crimini recenti, cosa che lo rende piuttosto originale.
L’enigma di Reigate (The Adventure of the Reigate Squire): il mistero è abbastanza lampante nella sua dinamica anche per il lettore, ma è interessante assistere alle delucidazioni e alle prove mostrate dal protagonista.
Holmes 04aIl caso dell’uomo deforme (The Adventure of the Crooked Man): come già altre volte, Doyle ha voluto inserire un tocco “esotico” nella vicenda. Parlare di indagine pare quasi esagerato, dal momento che Holmes non fa che interrogare due persone coinvolte e tutto trapela senza alcuna difficoltà.
Il paziente interno (The Adventure of the Resident Patient): arrivati a questo punto, il racconto comincia a presentare una serie di affinità con i precedenti, pur restando rilassante e piacevole come sempre. Viene inoltre utilizzato un espediente narrativo cui Doyle ricorre spesso, cioè la scomparsa non si sa dove di alcuni dei personaggi coinvolti, che riescono a far perdere le loro tracce.
L’avventura dell’interprete greco (The Adventure of the Greek Interpreter): l’elemento principale per cui questo racconto è famoso è la comparsa di Mycroft, fratello maggiore di Sherlock, i cui tratti salienti sono di essere un abile osservatore ma anche molto pigro. La storia, a prescindere da questo personaggio, è avvincente, anche se il mistero piuttosto risibile, tanto che perfino Watson riesce a capire cosa sia successo.
Il trattato navale (The Adventure of the Naval Treaty): questo racconto è più lungo della media e ci presenta un caso abbastanza complesso e intrigante, in quanto coinvolge la politica internazionale. Come in altri frangenti, più che la raccolta di prove è la deduzione, unita all’azione diretta, a permettere al detective di risolvere la situazione.
Holmes 04bL’ultima avventura (The Final Problem): questo è, indubbiamente, il testo più importante e famoso della raccolta, e in generale di tutto il canone. Qui, infatti, A. C. Doyle decise di far morire il proprio personaggio, che stava iniziando ad essere “ingombrante”. Sempre qui viene introdotta la celebre nemesi di Holmes, il professor Moriarty che, proprio come l’investigatore, è stato presentato e reinterpretato in una miriade di film e serie tv. L’autore era solito inserire accenni a vicende mai narrate, ma mai come in questo caso fa raccontare ai personaggi tutta una serie di eventi che non vengono descritti nel dettaglio: come Holmes e Moriarty si sfidino in un duello intellettuale, in uno scontro tra legge e crimine, è solo accennato. Siamo introdotti subito alla fase finale, quando un piano architettato dal detective (e mai spiegato) deve porre fine alle trame del genio del male. In questo racconto, quindi, non assistiamo ad un’indagine, ma ad un gioco di fughe e inseguimenti, cui Watson assiste un po’ smarrito. Come si sa, Doyle fu poi costretto a ripescare Holmes su richiesta dei fan, ma prima che ciò accadesse, Holmes ebbe comunque qualcosa da dire in storie decisamente meno note ma comunque ufficiali che presento qui di seguito.

La fiera per il campo (The Field Bazaar, 1896)
Raccontino scritto per una raccolta fondi e pubblicato sulla rivista dell’Università di Edimburgo. Carino e gradevole anche se molto semplice, sembra quasi la prova di quanto fosse difficile per Doyle sbarazzarsi completamente del suo personaggio.

Holmes 05“The Lost Special” (1898)
Questo non è propriamente un racconto su Holmes, ma è stato associato al celebre detective per il fatto che, quando il Paese si interroga su un caso misterioso, compare su un giornale la lettera di un investigatore che propone la propria soluzione. E, nel farlo, usa un linguaggio simile a quello di Holmes, oltre alla sua celebre frase (“Una volta eliminato l’impossibile”, eccetera). A parte questo, la vicenda è anche piuttosto intrigante e coinvolge treni spariti nel nulla e complotti internazionali.

The Man with the Watches (1898)
Racconto che ha molte affinità con il precedente, innanzitutto il ruolo del treno come scena del crimine. La storia in sé è perfino interessante ed accattivante, la spiegazione forse un po’ meno. Come nel precedente, non compare Holmes, ma solo un anonimo che propone una teoria sui giornali. In questo caso, però, le affinità con Holmes sono davvero troppo poche – a mio avviso – per far rientrare la vicenda tra le sue avventure, se non altro perché la teoria avanzata è completamente sballata!

Holmes 06Sherlock Holmes: A Drama in Four Acts (1898-99, scritto con William Gillette)
Si tratta di un’opera teatrale. Esatto, di un copione con tanto di descrizione degli interni e di battute. Devo essere sincero: non avevo idea che avessero fatto anche una versione per teatro del detective. E devo essere doppiamente sincero: mi è piaciuta. Non è una vera detective story, più un poliziesco, con tanto di scene di suspense e azione, ma la trama è coinvolgente. Come se non bastasse, compare il professor Moriarty, tanto da far sembrare questa storia una sorta di via di mezzo tra una versione alternativa e un prequel de L’ultima avventura; nel gioco intellettuale tra le due grandi menti, però, sembra proprio che non ci sia gara e che il bene trionfi abbastanza facilmente. Assistiamo inoltre ad un inedito Holmes sentimentalmente coinvolto e la cosa, pur curiosa, non guasta. Insomma, non sarà un capolavoro ma non posso negare di averlo trovato un piacevole divertissement.

L’avventura dell’uomo alto (The Adventure of the Tall Man, 1900 circa)
Questo è, semplicemente, l’abbozzo di un racconto mai scritto, una sorta di copione o riassunto. Si tratta di una vicenda nel perfetto stile sherlockiano, con tanto di soluzione che non giunge dalla raccolta di prove ma da un trucco psicologico, come già più volte fatto dal protagonista. Interessante, ma niente di più. Sarebbe curioso scoprire perché l’autore avesse deciso di riprendere il personaggio dopo averlo fatto morire, per poi però abbondare la storia che aveva in mente.

Per quanto riguarda il vero ritorno di Holmes, vi aspetto al prossimo appuntamento con A. C. Doyle!

 

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2 risposte a LIBRI: Il canone di Sherlock Holmes – Parte 2

  1. benny ha detto:

    Aspettavo con impazienza questa seconda puntata e ora attenderò con altrettanta gioia il prossimo incontro con A. C. Doyle :).

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  2. Pingback: LIBRI: Il canone di Sherlock Holmes – Parte 3 | Delirium Corner

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