FILM: I magnifici sette

The Magnificent Seven, Stati Uniti d’America, 2016, regia di Antoine Fuqua

i-magnifici-setteDevo essere sincero: partivo prevenuto. Un po’ perché il film di cui questo è un remake è uno dei miei western preferiti, un po’ perché dal trailer non mi ero fatto convincere più di tanto. Invece, lo dico subito, l’ho trovato un buon lavoro da parte di regista, troupe e cast.
La storia è la stessa del film del 1960, con alcune scene prese pari pari e altre cose invece volutamente differenziate. Se ne deduce, quindi, che l’intento principale è intrattenere con una buona dose d’azione, senza una trama particolarmente elaborata. 
Ritengo che l’intento di tenere incollati alla poltrona e di fornire un po’ di sano divertimento con sparatorie, dialoghi frizzanti e tutta una serie di elementi tipici del genere sia riuscito. Qua e là strappa perfino un sorriso, con situazioni semi-comiche che si è riusciti a piazzare nei momenti giusti, senza rovinare la tensione quando era necessaria.
Non ho trovato tutte le scene o le scelte narrative azzeccate, questo devo precisarlo, ma nel complesso direi che sono soddisfatto.
Gli attori danno una buona prova di sé, sia quelli più quotati (quanti sono andati a vederlo quasi solo per la presenza di Denzel Washington e Chris Pratt?), sia i volti meno noti. Da notare che la maggioranza di coloro che interpretano i personaggi principali sono alla loro prima prova con il genere western. Convincente anche il cattivo, con un Peter Sarsgaard, che vuoi per sua scelta, vuoi sotto l’impulso della sceneggiatura, dà un tocco maniacale tutto suo a Bartholomew Bogue.
Sempre tornando all’inevitabile confronto con la versione del 1960, forse in questo caso i magnifici sette sono un po’ meno caratterizzati rispetto al passato. Diciamo che, nell’originale, ciascuno aveva una serie di elementi che lo distinguevano, mentre qui non c’è stato sempre un sufficiente approfondimento. Tuttavia, complessivamente rimangono personaggi interessanti e la caratterizzazione non può comunque dirsi fallita. Inoltre, contribuisce in tal senso la ormai doverosa e politically correct multi-etnicità, che si deve inserire giocoforza anche a scapito della credibilità (inoltre faccio notare che il cattivo, un tempo messicano, qui è anglosassone).
Una cosa che manca, ma un po’ mancava anche nel 1960, è una reale motivazione per tutti i magnifici sette: perché fanno quello che fanno? Ma, alla fin fine, come nel passato, la risposta è che in fondo la loro vita ha talmente poco senso che possono rischiarla per una buona causa.
Dal punto di vista tecnico, del quale non mi intendo per nulla, mi limito a dire che la colonna sonora è gradevole e presenta l’inevitabile omaggio a quella del 1960, ri-arrangiata. Anche il montaggio è apprezzabile, riuscendo a non rendere eccessivamente caotiche le scene di pura azione. Direi che posso fare i miei complimenti a Fuqua che è stato in grado di non rendere pesanti le due ore e un quarto di cui consta il film, tranne forse [SPOILER] nella scena del duello finale, che poteva durare decisamente meno.
Non nascondo che ci sono forzature narrative [SPOILER]: perché la Gatling non viene usata da Bogue  fin dal primo assalto? Perché lo stesso Bogue decide di andare in città con due soli uomini dopo che tutti gli altri sono morti? E’ un evidente suicidio. Tuttavia, ci si può forse passare sopra, considerando il tipo di film che, come dicevo fin dall’inizio, punta più sull’intrattenimento puro e semplice che su altro. In questo, è fedele all’originale, che mi era piaciuto perché centrava il bersaglio.
In conclusione, un film che tutto sommato consiglio – anche ai non appassionati – perché se si parte con il piede giusto non può deludere (non totalmente, almeno). Io, personalmente, sono uscito dalla sala senza pentirmi di aver pagato il biglietto.

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5 risposte a FILM: I magnifici sette

  1. wwayne ha detto:

    Rieccomi! Tra i film western recenti mi è piaciuto molto anche quest’altro: https://wwayne.wordpress.com/2016/10/02/ti-amo-ancora-wendy/. L’hai visto?

    "Mi piace"

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