Non ero sicuro che avrei un giorno scritto un altro articolo in merito al peggio che la cinematografia western abbia offerto, ma eccomi qui.
Chi fosse interessato agli episodi precedenti, qui troverà la prima parte e qui la seconda.
Incontri ravvicinati ad Aurora
Stati Uniti d’America, 1986, regia di Jim McCullough Sr.
Noto anche come “Alieni ad Aurora” (titolo con cui venne distribuito in DVD… ebbene sì, è accaduto), questo western fantascientifico mette in mostra dischi volanti nella frontiera ottocentesca. C’erano tutti gli ingredienti per piacermi: il nessun vero motivo per girare una cosa del genere, il budget non eccelso, il vecchio attore di western (Jack Elam) che si ricicla per queste robette a fine carriera, il piccolo alieno che gioca a dama con l’ubriacone del paese, il Texas Ranger. Eppure, non è riuscito a conquistarmi appieno. Non ci sono sufficienti colpi di scena e verve per tirare su il film, che si segue stancamente con un sorriso, ma nulla di più. La battuta migliore: “Il suo unico difetto fu pensare di essere intelligente quanto un uomo… e sappiamo tutti che non è possibile”, giusto per mostrare la grettezza mentale dell’uomo dell’epoca.
Voto: 6
Arrivano Django e Sartana… è la fine!
Italia, 1970, regia di Demofilo Fidani e Diego Spataro
Se già non fosse sufficiente l’utilizzo di due celebri personaggi degli spaghetti western appartenenti ad un’epoca più fulgida rispetto a quella in cui tale film fu girato – personaggi di cui è stato preso solo il nome lasciando da parte gli attori originali e il carisma – di ragioni per storcere il naso ce n’è una serie. Non è neanche tanto la banalità della trama (c’è un cattivo e due eroi che prima sono uno contro l’altro poi si alleano), quanto la recitazione, la peggiore che probabilmente abbia mai visto. Sul serio, si è visto di meglio alle recite dell’oratorio. Si salva forse l’attore che interpreta il cattivo, che nel vano sforzo di rendere psicotico il suo personaggio dà quanto meno un’idea di impegno. La risata finale di Django, che improvvisamente è un becero avido mentre Sartana è duro e puro, fa sanguinare i timpani nel suo essere forzata come poche. Tralascio di commentare gli interni rosso amaranto del rifugio del cattivo.
Voto: 5 scarso
Blazing Stewardesses
Stati Uniti d’America, 1975, regia di Al Adamson
Non so se possa considerarsi un vero western. In pratica, delle hostess – alcune delle quali ricalcano il doveroso stereotipo della gnocca completamente cretina – trascorrono un periodo di cazzeggio in un ranch. Mi segnalano dalla regia che questo film è oltretutto il sequel di “Attenti… arrivano le svedesi tutto sesso!”, che per qualche ragione non fa parte del mio curriculum. Ad ogni modo, tra una tetta e una coscia, le completamente-ignare-della-vita-da-duro-macho-mandriano hostess avranno pure a che fare con un cattivone che ha confuso il XX secolo con il XIX e minaccia di fare chissà quale azione criminale tipo una rapina. Onestamente, non so se consigliarlo. Per il bene dell’umanità, suppongo dovrei dire di no, a meno che uno proprio non voglia dedicarsi a qualsiasi film. Nel cast, anche le star del passato Robert Livingstone, Yvonne De Carlo, Don “Red” Barry e The Ritz Brothers.
Voto: 5, perché dargli di meno vorrebbe dire dare l’impressione di non aver capito che razza di roba stessi per guardare
El Zorro escarlata
Messico, 1959, regia di Rafael Baledon
Il Messico ha prodotto tantissimi western, molti dei quali sconosciuti al di fuori del Paese di origine. In qualche caso può essere considerato strano, un peccato. In altri, come questo, viene da chiedersi se non sia meglio così. In un miscuglio di generi che vede Zorro (personaggio di inizio Ottocento) agire nel West contro creature horror, la qualità tecnica della pellicola e le sue mancanze passano quasi in secondo piano. Quest’opera è considerata una specie di cult ed è collegata ad altre due con il medesimo eroe: “El Zorro escarlata e la venganza del ahorcado” e “El Zorro escarlata en diligencia fantasma”. Spero mi si perdonerà se non ho ancora preso il coraggio a due mani e li ho lasciati nella lista “Da vedere prima o poi, forse, ma anche no”.
Voto: 6
El extraño hijo del Sheriff
Messico, 1982, regia di Fernando Duràn Rojas
Film messicani, dicevo. Bè, non posso non riportare questa “perla” schifata da chiunque tranne me, un altro ibrido tra genere horror e western. Ancora più assurdo, parla di un parto gemellare siamese dal quale, teoricamente, è sopravvissuto solo uno dei due neonati. Epperò diversi anni dopo molti vedono che il bambino ancora in vita sembra come posseduto e c’ha due occhi che paiono lampadine rosse, poco prima di mietere vittime non si sa come. Insomma, muore uno, muore un altro, il medico che fece l’operazione per separare i gemelli inizia a sospettare che il bambino sia sotto il controllo del fratello morto. Ma il padre del moccioso gli dice “Che ti importa della gente uccisa, mica andare a dirlo in giro”. Concludendo, togliete i mezzi a disposizione, poveri, e le capacità tecniche, non il massimo, questo film è bellissimo.
Voto: 7
Kung Fu nel pazzo West / Altrimenti vi ammucchiamo / I fratelli del Kung Fu
Italia/Hong Kong, 1973, regia di Yeo Ban-Yee
Come spesso capita, l’ibridazione di generi è fonte primaria di prodotti senza senso. Non fa eccezione questa co-produzione in cui a scarsa capacità registica e alquanto moderata abilità recitativa si fonde un doppiaggio tra i più aberranti mai realizzati: accento marcato (anche in personaggi cinesi) o vocina surreale, uniti a frasi prive di logica e canzonette pronunciate in momenti in cui non hanno senso, danno l’idea che a parlare siano dei minorati mentali. E non mi dilungo sulla tempistica del doppiaggio stesso, fuori sincrono con frequenza preoccupante, così come il sonoro. I personaggi sembrano non avere un loro perché, quale sia il loro scopo resta perlopiù un mistero. Ma c’è qualcosa di positivo? Mh… il rumore di una scoreggia messo a caso durante un inseguimento in città può essere considerato tale? Ultima nota: nella locandina compare un tizio, quello a sinistra, che nel film non c’è. Avevano proprio le idee chiare.
Voto: 7. No, aspetta, davvero all’epoca gli diedi 7? Mh…
Ciao. Complimenti per la tua trilogia di trash western, l’ho trovata molto interessante. Hai pensato du dedicare un articolo ai film western coi titoli più assurdi? Tipo: “Domani passo a salutare la tua vedova… parola di Epidemia”.
"Mi piace""Mi piace"
Grazie per l’apprezzamento. Onestamente, non avevo pensato di fare un articolo del genere, più che altro perché credo si tratterebbe quasi esclusivamente di spaghetti western di serie B (diciamo pure anche Z), quindi risulterebbe un po’ ridondante e andrebbe poco oltre il semplice elenco. Non escludo al 100% un articolo del genere, ma ora come ora credo sia improbabile. Mi sarebbe piaciuto invece farne uno con i titoli peggio “tradotti” dalla lingua originale all’italiano. Vedremo!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Pingback: Il western trash 4 – Al peggio non c’è mai fine | Delirium Corner
Pingback: Il western trash | Delirium Corner
Pingback: Il western trash 2 – La vendetta | Delirium Corner