LIBRI: Omero

Un grande classico della letteratura di tutti i tempi, considerato da molti il più importante poeta dell’Occidente. Non a torto, data l’influenza che ha avuto sugli autori successivi che, fin dall’antichità, hanno ripreso le sue opere modificandole, ampliandole, rinarrandole… e di recente anche traendone film e videogiochi.
Sorvolo qui sulla questione della sua reale esistenza, della sua identità e della sua paternità sui due principali poemi epici a lui attribuiti.

Omero 1Iliade
La principale delle sue opere è un corposo poema epico che narra alcune delle vicende della guerra di Troia. Per noi, oggi, questo è il poema su Troia per antonomasia, quasi l’unica fonte. Dobbiamo però ricordarci che, in passato, l’Iliade (e l’Odissea) rientrava in un genere molto diffuso, noto agli studiosi come “ciclo epico” e che comprendeva numerose opere sul tema. Molti degli episodi più noti della storia di Troia, come ad esempio il rapimento di Elena o il cavallo di legno, non sono presenti direttamente nell’Iliade, che ne accenna ma non li descrive al momento del loro svolgimento, ma ci sono noti da altri poemi e autori. Tuttavia l’Iliade rimane un caposaldo della letteratura mondiale e ne ha più di una ragione: per lo stile, per l’importanza storica, per le informazioni che ci dà, per la capacità di coinvolgere… Quando la si studia a scuola, in genere si tende a preferire l’Odissea, reputata più fantasiosa e meno noiosa. Oggi, però, posso dire che la mia preferenza va probabilmente all’Iliade, quasi l’emblema di tutto ciò che di eroico si può trovare in narrativa. I numerosi personaggi sono ognuno un piccolo universo a sé, e lo dimostra il fatto che molti hanno poi avuto storie a loro dedicate, e in genere sono ben caratterizzati, al di là del semplice e puro eroismo. La sfortuna di questo poema è di essere imposto ai giovani come materia di studio, cosa che – se glielo fa conoscere – li rende anche un po’ avversi all’argomento. E’ un peccato e credo che valga la pena riprenderlo di propria iniziativa in un contesto migliore e più “libero”.

Omero 2Odissea
Uno dei personaggi più amati della guerra di Troia (che però, diciamocelo, è anche un po’ un figlio di puttana), assurge a protagonista del più famoso spin-off della storia. L’Odissea è il più importante dei nostoi, i libri che narravano il ritorno degli eroi greci da Troia. Qui la fantasia di Omero, o di chi per lui, trova libero sfogo nella presenza di creature mostruose e curiose che fanno sì che il povero reduce ritardi di altri dieci anni il ritorno a casa. Si verificano situazioni grottesche e fantastiche (il vomitare nel sonno di Polifemo, i compagni trasformati in porci, un compagno che muore perché cade dal tetto…) che paiono quasi stonare con l’altera nobiltà di portamenti cui si assiste nel poema precedente. Né le cose si risolvono sempre – anzi, a ben vedere ciò non accade mai – in duelli uno contro uno tra nobili e valorosi guerrieri. Se durante il viaggio vero e proprio Odisseo si serve soprattutto dell’astuzia e della fuga per cavarsela nelle difficoltà, nel finale non ce n’è per nessuno ed è la pura forza bruta ad avere la meglio sui rivali, quasi come se Omero si fosse ricordato che, in fondo, un eroe non può sempre sgattaiolare via. Inutile dire che consiglio anche questo poema che, per chi è pigro, ha il vantaggio di essere più corto dell’altro.

Pseudo-Omero
Aggiungo qui una serie di opere attribuite nell’antichità (ma non da tutti, i dubbi ci furono già all’epoca) ad Omero, ma oggi ritenute spurie.

Omero 3Inni omerici
Una serie di invocazioni a divinità varie, che narrano – almeno quelle più lunghe – alcune vicende famose che le riguardano. La loro lunghezza è varia, da pochi versi ad alcune pagine e anche la loro qualità non è uniforme, indice di una diversa paternità. Si tratta di una lettura snella e piacevole nonostante i toni alti, sebbene possa parere ripetitiva per chi conosce già bene la materia: le storie trattate sono in genere piuttosto famose e più volte narrate nell’antichità. Gli inni più brevi sono poco più di semplici appelli alla divinità con contorno di elogi, ma li ho trovati comunque gradevoli.

Batracomiomachia
Poemetto eroicomico che fa il verso alle grandi epiche. Vi si narra di una guerra tra le rane e i topi e lo stile utilizzato volutamente ricorda quello adoperato per le battaglie tra eroi umani. Pur con una – a mio avviso – sovrabbondanza di nomi propri che tolgono un po’ spazio alle descrizioni delle imprese campali, il componimento è gradevole e divertente.

Epigrammi
Si tratta di brevi componimenti legati a vicende quotidiane o quasi, che si apprezzano soprattutto se li si colloca nel contesto della (presunta) vita dell’autore che, teoricamente, li realizzò in base a fatti contingenti: ad esempio, quando cercava alloggio in una città o quando doveva chiedere un passaggio su una nave. La più buffa di queste operette è forse quella che inizia elogiando il lavoro dei vasai e termina con una serie di maledizioni a colui che dovesse applicare prezzi sleali per le sue merci.

Omero 4Ciclo epico
Come dicevo in precedenza, l’Iliade fa parte di un corpus di opere noto come “ciclo epico”. Alcuni di questi testi furono attribuiti ad Omero o, alternativamente, ad altri poeti. Sopravvivono tutti solo in pochi frammenti e citazioni ed è pertanto difficile dare loro una valutazione sensata. Quasi tutti hanno una paternità dubbia. L’unica cosa certa è che, nel mio caso, mi hanno fatto rimpiangere la loro perdita, sebbene i fatti riportati siano narrati anche in altre opere successive.
Cypria (attribuito  anche a Stasino di Cipro).
Piccola Iliade (attribuito a numerosi poeti).
“Ritorni” (attribuito anche ad Agia di Trezene o Eumelo di Corinto).

Ciclo tebano
Il secondo grande ciclo di poemi epici dell’antichità greca è quello che ruota attorno alla conquista di Tebe. Un paio di componimenti furono attribuiti ad Omero. Anche in questo caso, sono sopravvissuti solo pochi frammenti.
Epigoni.
Tebaide.

Margite
Poema eroicomico di cui restano solo pochissime righe, eppure anche questi frammenti risibili lasciano intuire che probabilmente era un’opera divertente come prometteva di essere. Sostanzialmente, era la storia di un anti-eroe, incapace di fare qualsiasi cosa.

Altre opere
La spedizione di Anfiarao Focide: si sa solo che secondo qualcuno le scrisse Omero.
La conquista di Ecalia (attribuita anche a Creofilo di Samo): già nell’antichità ci fu una disputa per capire se Creofilo l’aveva scritta o l’aveva spacciata per sua.
Cercopi: narrava le disavventure di Eracle alle prese con queste creature rompicoglioni; poteva essere carina, ma – ahinoi – è perduta.

Si diceva che Omero avesse inoltre composto una serie di poesie comiche tipo l’Aracnomachia (guerra dei ragni), la Geranomachia (guerra delle gru con i pigmei), la Psaromachia (guerra degli storni), gli Epichichlides (“gli storni”) e altre.

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