LIBRI: Divina Commedia

di Dante Alighieri

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura, esta selva selvaggia e aspra e forte, che nel pensier rinova la paura!

Divina CommediaLa Divina Commedia non può essere considerata un libro di narrativa come gli altri, non per un italiano, almeno. In realtà come storia in sé non è che mi piaccia tantissimo.
In pratica c’è uno che fa un viaggio nei regni dell’aldilà e incontra persone di cui francamente mi interessa poco e che spesso neanche so chi siano, per quanto le note a piè di pagina possano sopperire. PERO’.

Però credo che nessuno possa negare il genio dell’autore.
Mi limito ad elencare alcuni punti.
1) Il modo in cui ha inserito personaggi reali in una trama di fantasia. La sua conoscenza dei vip dell’epoca era notevole ed è riuscito a parlar male di chiunque senza mezzi termini, rendendo quasi sempre del tutto naturale la presenza di queste figure all’interno della narrazione.
2) Le similitudini ricercate: uno degli elementi più tipici della narrativa dantesca è l’inserimento di confronti con altri ambiti del sapere, mostrando una certa conoscenza e una buona arguzia o ironia in più frangenti.
3) I messaggi politici e non solo inseriti: non la mandava a dire, questo è certo. In maniera più o meno velata (non di rado piuttosto esplicita) sottolineava le mancanze della società e degli individui. Come non ricordare l’invettiva contro l’Italia, definita “bordello”.
4) Le numerose ricerche in svariati campi del sapere: all’epoca accedere allo scibile umano non era semplice come oggi, che grazie a internet possiamo vedere tutti i video di gattini che ci pare. Allora, per sapere qualcosa di uno specifico argomento, si dovevano leggere libri, libri che magari non erano neppure facilmente accessibili, quindi recarsi in qualche biblioteca che li avesse. E parlare con chi ne sapeva. E Dante, di campi del sapere ne ha trattati parecchi.
5) I millanta livelli allegorici: qui un letterato saprebbe spiegarvi molto meglio di me quante chiavi e livelli di lettura sono presenti nel poema. Ma anche un novizio qualche sospetto se lo fa venire, mentre affronta canto dopo canto.
6) Le frecciatine: be’, ho già accennato alla causticità di Dante.
7) I riferimenti a numerosi altri autori: la sua conoscenza della letteratura era ammirabile. Ricordate che inserisce intere terzine in occitano e cita Chrétien de Troyes, autore straniero?
8) … il tutto rispettando metro e rima! Che è, almeno per me, la parte decisamente più difficile.
Non si può non citare quest’opera in un blog che tratta anche di libri, per quanto inadeguata possa essere la mia conoscenza.
E non ho neppure parlato dei toni alti ed enfatici e delle espressioni ormai entrate nella “leggenda”, molte delle quali tratte dalla prima cantica, in generale la più amata. Al di là dell’incipit, accenno a “Fatti non foste…”, “Lasciate ogni speranza…”, “Vuolsi così…”, “Libertà va cercando…”. Masterpiece.

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