di autore sconosciuto
Amico mio, chi dei mortali può salire al cielo?
Solo gli dei abitano per sempre alla luce del sole.
L’uomo ha i giorni contati. Qualunque cosa faccia, non è che vento.
E’ il più antico testo narrativo che l’umanità ci abbia lasciato ed è già completo: amicizia, amore, battaglie, eroismo, rapporto con la divinità e il nemico, paura della morte, ricerca dell’immortalità… tutto quanto la specie umana aveva (e ha) da dire è già condensato in dodici tavolette incise scampate alla furia del tempo; il resto, per quanto figo, è solo una nota in calce. E lo sto dicendo con una serietà assoluta. Credo che questa vicenda debba essere materia di studio obbligatoria in tutte le scuole del mondo: se la scrittura ha segnato il passaggio tra la Preistoria e la Storia, allora non c’è motivo per cui questo testo debba restare misconosciuto. Gilgamesh è un po’ dio e un po’ uomo, soffre, lotta, cerca delle risposte… il lettore di oggi può ancora identificarsi con i suoi dubbi e le sue paure, che sono rimasti inalterati fin dal momento in cui qualcuno, all’alba della civiltà, pensò giustamente che valesse la pena salvare su pietra la vicenda del primo eroe dell’umanità.
Voto: 10/10
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